11 Ottobre 2021

Energie giovani. Da non deludere

Quasi 42 mila i giovani immessi in servizio grazie al nuovo bando. Ma le domande continuano a eccedere l'offerta: perché lo Stato non la potenzia?

Il 15 luglio scorso 6.974 operatori volontari hanno iniziato il loro servizio civile. Secondo il Dipartimento per le Politiche giovanili e il Servizio civile universale della Presidenza del Consiglio, con le partenze di luglio sale a circa 42 mila unità il totale dei giovani avviati al servizio civile, tra coloro che hanno partecipato al bando per 55.793 posti emanato nell’inverno scorso. La percentuale di copertura dunque si attesta al 76%, mentre altre partenze sono previste a metà settembre.

Giova tuttavia ricordare che i giovani che entrano in servizio e che, se tutto va bene, lo portano a termine in uno delle centinaia di progetti proposti dagli enti in Italia e all’estero, sono solo una parte dei tanti che vorrebbero fare questa esperienza. Ogni anno, infatti, il numero dei giovani che fa domanda per il servizio civile è quasi il doppio rispetto ai posti disponibili. L’anno scorso, ad esempio, per 55.793 posti sono state 125.286 le domande presentate e l’anno prima ci furono 85.552 richieste per 39.646 posti. Siamo dunque ben lungi da quanto si era ripromesso il governo nel 2016, quando ribattezzò il servizio civile (da “nazionale” a “universale”), con l’intento di soddisfare tutte le richieste avanzate dai giovani.

Il profilo del volontario Caritas
Il gap tra domande presentate e posti disponibili è quanto ogni anno registrano molti enti che accolgono i giovani. E ciò vale anche per Caritas Italiana. Nel 2019, ad esempio, rispetto a un totale di 887 posti accreditati, furono presentate complessivamente 1.614 domande, mentre l’anno scorso sono state 2.362 le domande ricevute per 1.192 posti. Insomma, per ogni posto disponibile ci sono all’incirca due candidati, sebbene la situazione sia diversificata al livello territoriale.

Ma proviamo a vedere un po’ più da vicino chi è il giovane che chiede di vivere l’esperienza del servizio civile in Caritas. Il primo dato che emerge è che il 59% sono donne e il restante 41% uomini: dunque una prevalenza del rosa, in linea con il trend a livello nazionale.

Se si distinguono le domande per progetti Caritas in Italia da quelle per l’estero, le percentuali si modificano sensibilmente: il 78% sono donne e il 22% uomini. Insomma, i progetti proposti quest’anno dalla Caritas per 8 paesi in 3 continenti (Albania, Bosnia-Erzegovina, Etiopia, Gibuti, Guatemala, Ruanda, Senegal e Sierra Leone) sembrano attirare più ragazze che ragazzi.

Per quanto riguarda la nazionalità del giovane che si rivolge alla Caritas per svolgere il servizio civile, nel 91% dei casi è italiano, nell’1% dei casi un cittadino comunitario, nell’8% un cittadino non comunitario.

E l’età? Tenendo conto che il servizio civile è aperto a giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni (28 anni e 364 giorni, per la precisione), il 50% di coloro che hanno chiesto di farlo in Caritas nell’ultimo bando si concentra nella fascia tra 20 e 23 anni, mentre solo lo 0,5% sono diciottenni.

Quanto al titolo di studio posseduto al momento della domanda, la gran parte possiede un diploma di scuola secondaria di secondo grado (64%), mentre il 19% una laurea; gli studenti universitari ammontano al 35%.

Per molti giovani la domanda di servizio civile è la prima occasione di incontro con l’universo Caritas: solo il 13%, infatti, dichiara di avere avuto precedenti rapporti con la Caritas per esperienze di volontariato, tirocinio, alternanza scuola-lavoro, servizio civile regionale; qualcuno (soprattutto cittadino non-comunitario) anche per aver usufruito dei servizi Caritas.

Perché proprio in Caritas?
Infine, perché fare servizio civile proprio in Caritas? I dati su questo punto sono quelli che i giovani stessi inseriscono nella piattaforma online al momento della presentazione della domanda sotto la voce “motivazioni”, riferita al servizio civile in generale o al progetto scelto (è possibile scegliere una sola tra le risposte possibili). Tra chi si rivolge alla Caritas, la motivazione principale è di tipo solidaristico: “per essere utile agli altri” (39%); ma non mancano le motivazioni più di ordine personale, soprattutto legate agli aspetti formativo-esperienziali.

Motivazione principale al servizio civile tra i giovani che si rivolgono a Caritas%
Per essere utile agli altri39,50%
Per acquisire nuove conoscenze e competenze15,49%
Per affinità al proprio percorso formativo o professionale11%
Perché interessato alle attività che propone l’Ente10,83%
Per fare nuove esperienze10,66%
Per iniziare a essere indipendente6,22%
Per mettersi alla prova4,27%
Per un ingresso più rapido nel mondo del lavoro2,07%
Per averne sentito parlare0,25%
Non sa / non risponde0,16%

Insomma, un bello spaccato del mondo giovanile. Che ha voglia di impegnarsi a favore del bene comune. Peccato che solo una parte potrà farlo attraverso il servizio civile. Ancor prima di imporre un servizio civile obbligatorio per tutti i giovani (come periodicamente qualcuno propone), non sarebbe il caso che lo Stato riuscisse a non deludere queste aspettative e a impiegare utilmente tante energie?

Aggiornato il 14/10/21 alle ore 22:47