28 Gennaio 2022

Rai, il distruttore sottovalutato

Prima di Natale un supertifone ha colpito le Filippine. Potente quasi quanto quello del 2013: meno morti, ma non meno danni. L’impegno Caritas


Poco prima di Natale, tra il 16 e il 18 dicembre 2021, le Filippine sono state colpite dal più forte tifone degli ultimi anni. Il governo sostiene che Rai (definito, in realtà, “supertifone” per l’intensissima forza dei suoi venti) ha distrutto completamente quasi 370 mila case e ne ha rovinate parzialmente altre 980 mila, coinvolgendo 8 milioni di persone in vario modo. Le morti, tuttavia, sono state poco più di 400: un numero doloroso, ma relativamente limitato per un tifone della più alta categoria.

Caritas Filippine, sin dal primo giorno, ha inviato dalla capitale Manila sul terreno la squadra per le emergenze naturali e coordinato gli interventi della rete dei volontari delle diocesi del paese. Per due settimane dati e informazioni sono stati raccolti attraverso visite dirette sul campo, interviste con i sopravvissuti e controlli dei dati raccolti dalle municipalità e da altre organizzazioni; con queste fonti, Caritas è giunta alla conclusione che le distruzioni e i danni reali sono molto maggiori di quelli registrati dal governo.

La distruzione prodotta da Rai-Odette in una delle tante isole colpite una settimana prima di Natale


Le diocesi colpite dalla furia di Rai, che nelle Filippine viene chiamato Odette, sono 11 (Surigao City, Maasin, Tagbilaran, Talibon, Cebu, Kabankalan, Bacolod, San Carlos, Dumaguete, Palawan Puerto Princesa e Palawan Taytay). In esse, le Caritas hanno registrato numeri diversi di quelli ufficiali; tali dati segnalano danni alle case, alle proprietà e alle cose maggiori di circa il 20%. Le case totalmente distrutte sarebbero dunque più di 450 mila, quelle rovinate o solo parzialmente distrutte quasi 1,3 milioni. Numeri veramente enormi, in qualche modo inaspettati.

Paragone fuorviante
Solamente dopo qualche giorno dal suo passaggio è stato chiaro come l’impatto di Rai fosse stato paragonabile al supertifone Haiyan che aveva distrutto le Filippine nel novembre 2013, uno dei disastri naturali più potenti che abbiano mai colpito l’arcipelago filippino, composto da 7 mila isole nel sud-est asiatico, molto vicino alle coste continentali. Proprio questa collocazione rende le Filippine particolarmente esposte a eventi meteorologici estremi, causati o quantomeno accelerati dai cambiamenti climatici.

Il primato del tifone più potente a penetrare sulla terraferma continua a essere detenuto, come si diceva, proprio da Haiyan (conosciuto nelle Filippine come Yolanda), che colpì l’arcipelago con venti a più di 235 chilometri orari e punte fino a 275 orari. Dietro di sé lasciò una scia di 6.500 persone morte (alcune fonti sostengono che siano state molte di più) nell’arcipelago delle Visayas, colpendo zone sovrapponibili a quelle attraversate da Rai a dicembre. Probabilmente proprio il confronto con Haiyan ha tratto in inganno, nelle ultime settimane, gli osservatori meno avvertiti. Se le morti provocate da Rai (poco più di 400) sono state 15 volte meno, ovvero il 6% di quelle registrate nel 2013, si è ritenuto che anche i danni fossero minori, è che in generale la gravità di Rai fosse molto inferiore. Così la notizia, dopo la metà di dicembre, è scivolata fuori dai radar dall’attenzione mediatica, in Italia come in molti paesi europei e del mondo.


La realtà rappresentata, dopo un mese di certosina presenza nelle aree distrutte, da Caritas Filippine a Caritas Italiana (la collaborazione intensa tra i due organismi è cominciata proprio nel 2013, dopo Haiyan) è in verità molto più drammatica.

Le distruzioni, i danni e i bisogni sono infatti ingenti e diffusi, mentre le risposte di aiuto non sono state all’altezza. Il supertifone Rai, nei 2 giorni o poco più in cui ha strapazzato aree già povere e depresse, per ben 17 volte è entrato sulla terraferma e rientrato in mare, senza diminuire significativamente la sua forza. Rai-Odette ha attraversato 38 province con venti medi a 195 chilometri orari e con punte fino a 270 orari: è stato tecnicamente un supertifone, solo un poco più debole di Haiyan. Inoltre, ha fatto cadere molta più pioggia del predecessore del 2013, provocando più allagamenti e frane. E le sue 17 “entrate e uscite” tra la terraferma delle isole e il mare circostante hanno causato un maggiore innalzamento del livello del mare lungo le coste, creando burrasche e inondazioni improvvise (piccoli tsunami), rovesciatisi sulle comunità di pescatori che vivono sulle rive dell’oceano.

Utile prevenzione
Ecco spiegato come mai i danni dell’ultimo tifone siano stati maggiori rispetto al 2013. A patirne, secondo Caritas Filippine, sono state poco più di 1,7 milioni di abitazioni (1,36 milioni secondo il governo). Ma entrambe le fonti concordano nel dire che sono molti di più rispetto all’1,1 milione di case danneggiate da Haiyan 9 anni fa.

La prevenzione svolta dopo Haiyan in tante comunità,
residenti in aree impervie, fragili, indigene, è servita:
ora le persone sanno cosa fare in caso di calamità

«Ogni giorno ci rendiamo conto che i danni economici causati da Rai-Odette sono stati enormi – spiega Jeanie Curiano, responsabile degli interventi umanitari di Caritas Filippine –. Per fortuna le morti sono infinitamente minori. Tutto il lavoro di prevenzione che è stato fatto dopo Haiyan, la formazione che anche noi abbiamo svolto in tutti questi anni in tantissime comunità, anche residenti in aree lontane e impervie, di montagna, fragili, indigene o abbandonate a se stesse, si può concludere che sia servito. Ora le persone e le famiglie, anche in occasione di eventi meteorologici estremi e violenti, sanno cosa fare, dove andare, a cosa prestare attenzione, come muoversi. Questo ci conforta e ci dà la forza di riprendere il lavoro di ricostruzione, tanto più necessario oggi».

Gli aiuti dove mancano
Relativamente pochi morti. Ma comunque molte lacrime sono corse sulle guance dei sopravvissuti che hanno perso tutto. Gli occhi lucidi di Myrabel a Taytay, sull’isola di Palawan, l’ultima attraversata da Rai, spiegano ancora, dopo molti giorni, la tristezza immensa di ritrovare la propria casa ridotta a cumuli di radici e mobili frantumati. Lolo, 69 anni, residente a Bohol, insieme alla moglie vive invece da dicembre nella capanna costruita con i pezzi di legno trovati dopo il passaggio dei terribili venti di Rai, nel luogo dove prima c’era la loro casa vera: «Quando piove, di notte andiamo dal vicino, la cui abitazione è messa un po’ meglio. Ma fino a quando possiamo resistere?».

Nel 2013 moltissimi aiuti da tutto il mondo erano giunti nelle Filippine, permettendo una ricostruzione rapida. Dopo Rai invece tutto sembra più lento. La pandemia di Covid19 ha cambiato le priorità di tutti, così a Caritas Filippine non resta che fare grandi sforzi per arrivare a portare gli aiuti dove mancano, pur tra mille difficoltà (anche nelle Filippine le varianti Delta e Omicron del Covid19 hanno fatto impennare la curva dei contagi).


Moltissimi aiuti sono stati in effetti distribuiti in nelle aree devastate dal tifone. Le Caritas del resto del paese stanno inviando beni, ma anche volontari per velocizzare la distribuzione di cibo, coperte, generi di prima necessità, kit per l’igiene personale e la pulizia, pasti caldi, materassi e coperte, lampade solari.

Intervento ambizioso
Papa Francesco, all’Angelus del 19 dicembre, aveva pregato e chiesto aiuti per le popolazioni filippine; a metà gennaio, 100 mila euro per incrementare gli aiuti d’urgenza sono stati stanziati per le vittime di Rai da parte del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale della Santa Sede.

Caritas Filippine ha preparato un progetto di intervento di emergenza, in collaborazione con Caritas Internationalis, del valore totale di 7,8 milioni di euro per un anno. L’intervento si concentrerà per la gran parte (l’86%) sulla ricostruzione di più di 5.350 rifugi di transizione per oltre 26 mila persone. Inoltre a 30 mila persone verranno assicurati aiuti per ristorare i loro campi agricoli (insieme ai semi per il nuovo raccolto), ai pescatori verranno consegnate reti e barche disperse, a chi aveva attività commerciali verranno assicurati aiuti economici. Ci saranno anche interventi di carattere psicosociale e volti a preparare persone e comunità ad affrontare altre eventuali emergenze.


È un intervento ambizioso, in un periodo in cui la solidarietà internazionale è molto rallentata. Ma il direttore di Caritas Filippine, padre Tony Labiao, è molto chiaro sul punto: «Quello che vogliamo fare è ancora poco rispetto ai bisogni reali, ma vogliamo provare a chiedere più aiuti possibili per ricostruire le tante case distrutte. Abbiamo visitato tutte le aree colpite in quest’ultimo mese e abbiamo visto talmente tanta distruzione che sentiamo la necessità di fare presto e il meglio possibile: non vogliamo lasciare senza casa le famiglie con bambini, le mamme sole, i disabili, chi è più anziano. Non vogliamo lasciare nulla di intentato».

Aggiornato il 10/10/22 alle ore 09:53