Unire i cuori, costruire speranza
Dal 29 agosto all’1 settembre Mara, giovane volontaria, e io, operatrice di Young Caritas Brescia, siamo volate in Grecia per il Forum di Young Caritas Europa dal titolo “Bridging hearts, building hope”, che potremmo tradurre con “Unire i cuori, costruire speranza”. Ed è stato veramente così.
BRIDGING HEARTS. Durante i quattro giorni del Forum abbiamo conosciuto ragazze e ragazzi, sia volontari che operatori giovani, provenienti da sedici Paesi europei, e abbiamo iniziato a gettare ponti tra i nostri cuori: chiacchierando nel giardino della casa che ci ospitava o nei viaggi in pullman verso Atene; camminando per le strade della città o facendo una nuotata nel mar Egeo; ascoltando le esperienze portate da ciascuno o confrontandoci sui temi proposti dal Forum: il coinvolgimento dei giovani, i progetti a sostegno dei migranti e la salute mentale dei volontari.
Ci sono stati momenti di svago e di riposo, ma anche tanti momenti di lavoro, riflessione, confronto e dialogo dove ci è stato possibile vedere la realtà da altri punti di vista e allargare il nostro sguardo, al di là del nostro piccolo contesto. Tutto ciò ci ha portato a gettare ponti e a unire le nostre storie, vissuti ed esperienze a quelle degli altri, facendoci sperimentare ancora una volta che è rigenerante rendersi conto di essere parte di qualcosa di più grande.
BUILDING HOPE. E la speranza? Oltre che costruirla direi che l’abbiamo toccata con mano. Abbiamo sperimentato la speranza vera, quella che ti fa vedere che ciò che sogni c’è già, ed è possibile. È possibile che giovani volontari partecipino attivamente all’organizzazione di un evento internazionale, è possibile che ciascun giovane nella sua Caritas faccia proposte concrete per portare avanti progetti, è possibile che ci sia collaborazione feconda tra operatori e volontari. È possibile fare ed essere YOUngCaritas. In altre parole, quelle di Mara, questo è ciò che ci siamo portate a casa:
«Bello vedere che tanti giovani come me combattono e credono con cuore e passione a dei progetti che mettono la preziosità delle persone al centro».
Sono stati giorni intensi pieni di parole, giochi, balli e soprattutto di gesti, di abbracci autentici di chi sa quanto sia bello, e faticoso allo stesso tempo, camminare verso il futuro. Occhi complici, gioiosi, di chi invece di pensare al proprio, si apre verso l’orizzonte e verso l’altro. Di chi regala la sua bellezza agli altri per condividere e per costruire ancora e ancora. Sono davvero felice di aver avuto questa opportunità. Sono partita con un po’ di paura e timore pensando a cosa avremmo fatto, alla paura che comporta quel mettersi in gioco che però poi diventa prezioso per te stesso, a quel mettersi in gioco fino in fondo con gli altri.
Tutto questo l’ho potuto vivere in un modo nuovo, soprattutto grazie a un’accoglienza che fin da subito mi ha fatto sentire parte di questa avventura, di questo gruppo di persone, di questo clima di speranza e di coraggio. Quanto si è fatto insieme, e quanto ancora si può camminare insieme! C’è tanto da fare, tanto ancora da prendere a cuore.