12 Luglio 2022

Sri Lanka in piena crisi

L'economia è al collasso e il paese sull'orlo della crisi umanitaria. I manifestanti del #GotaGoHome scesi in piazza si accampano nel palazzo presidenziale.

La piazza scoppia. Vista dall’alto sembra una delle grandi feste religiose, ma piú del Vesak, piú della Pasqua, piú del funerale di Premadasa. Scoppia la piazza e con essa il cuore nel petto di Nimantha. Il caldo è, come sempre, soffocante, le urla della folla assordano, la ressa spinge tutti verso un unico centro: il palazzo presidenziale. Quello stesso palazzo bianco, sempre cosi immacolato e silenzioso, protetto fino a qualche ora fa dalle transenne gialle della polizia.

Così protetto che è da sempre vietato anche solo camminare di fronte ad esso e la sicurezza obbliga i pedoni ad attraversare Galle Road per passare stando sull’altro lato.
Così protetto che le due fila di recinzione impediscono anche di vederci dentro.
Così protetto che oggi la folla è entrata, sta facendo il bagno in piscina, sta usando i bagni del Presidente, vendetta istintiva e infima di un popolo arrabbiato.


Nimantha non fa il bagno, non cammina sui divani, non usa la toilette o non pensa di portarsi a casa qualche souvenir: sono troppi lo shock e la sorpresa. È intraducibile a parole lo stupore della sua mente che si trova a solcare le immagini della tv, la sua mente che per aderire all’invito del parroco era partito con mezzi alternati per venire fino a qui.
Mezzi alternati perché manca il carburante, perché ci sono circa settanta chilometri tra Anamadwa, dove abitano Nimantha, la moglie e i tre figli, e la capitale ma ci sono voluti quattro cambi di mezzi e parecchi chilometri a piedi per arrivare.

Lo Sri Lanka sta attraversando la sua piú grave crisi economica, politica e tra poco alimentare della storia. I ventisei anni di guerra in molte zone del Paese non avevano colpito cosi direttamente la popolazione. Ma da mesi l’isola è nel caos economico totale, con la fine della valuta estera, il fallimento de facto dovuto al mancato pagamento dei debiti esteri, l’inflazione rampante e la mancanza di moltissimi beni di prima necessitá, dal carburante, alle medicine, al cibo .
Le ruberie, la corruzione della classe politica dominante – quella dell’attuale Presidente e della sua famiglia in primis -, la mancanza di visione politica, la messa al bando repentina dei pesticidi per uso agricolo, il Covid e ora, ma solo in modo del tutto marginale, la crisi energetica dovuta alla guerra alle porte dell’Europa, hanno ridotto alla fame e allo stallo sociale milioni e milioni di cittadini.

Sudeepa è accorsa dal Galle Face, dal sito originale della protesta pacifica per supportare la folla: la polizia ha usato i gas lacrimogeni, senza riuscire nell’intento di fermare la popolazione inferocita, ed ora molte persone – uomini e donne – sono distesi ai lati delle strade con gli occhi e la gola in fiamme. Sudeepa, che da quaranta giorni ha lasciato la sua casa di Galle e i genitori in piena apprensione, porta acqua e la versa copiosa sul viso dei malcapitati.
Uno di loro non sta proprio bene, Sudeepa chiama col cellulare uno dei medici volontari del movimento. Si decide di portare il giovane uomo in ospedale, il suo respiro è strano, irregolare ed erratico.
Così come lo sono i movimenti della folla, così come lo sono le speranze di questo popolo, così come lo è il Presidente, Gotabaya Rajapaske, a cui si deve il nome del movimento di migliaia di persone che per la prima volta si sono unite per una causa civile, pacifica e comune.


Il #GotaGoHome o #GotaGoGama , ha ridisegnato la storia dell’unitá srilankese, dell’essere insieme, singalesi, tamil, musulmani, cattolici, buddisti, cristiani, indu’, agnostici e atei. Il Movimento ha dato prova, nonostante un tentativo rozzo e violento di far naufragare tutto nella paura , dell’orgoglio del popolo, della solidarietá forte e seria di chi – per una volta – pensa alternative alla violenza e alla lotta armata.

Gli slogan del movimento #GotaGoHome


Sudeepa accompagna l’uomo in ospedale. Ci sono poche medicine, ci sono pochi posti liberi ma la mano della ragazza è balsamo per la paura di Nimantha: non immaginava che andare con il gruppo della parrocchia volesse dire questo, non sapeva che uscendo tranquillo dalla bolgia dell’assalto al palazzo avrebbe trovato i reparti antisommossa in assetto da guerra, non immaginava cha lo sguardo di una sconosciuta lo avrebbe tenuto legato al respiro di questa vita.
Insieme a Nimantha sono partiti per Colombo anche il parroco e il suo assistente: tutti uniti, insieme a moltissimi confratelli sacerdoti, religiosi e consorelle suore nella marcia per la giustizia sociale.

La Chiesa cattolica, insieme agli esponenti di tutte le religioni del Paese, si è espressa ed esposta in molto chiaro rispetto alla corruzione della politica, alla necessitá di una via chiara di riforme e dalla parte del popolo .


Moltissimi sacerdoti, religiosi e religiose e alcuni dei vescovi hanno organizzato marce , si sono associati ad iniziative giá esistenti, hanno supportato la gente piú povera attanagliata dalla crisi e nello stesso tempo hanno continuato a chiedere a gran voce le dimissioni di una leadership incapace e corrotta.

Il Presidente, espressione piú alta ma non unica di questa classe politica guasta, ha annunciato le proprie dimissioni dopo aver abbandonato il palazzo , certo di rischiare la vita se fosse stato preso dalla folla.
Cosi ha fatto anche il Primo Ministro , eletto da solo qualche settimana, dopo le dimissioni di Mahindra Rajapaksa, ex presidente a sua volta e fratello maggiore dell’attuale presidente.
In queste ore si decide il futuro politico del Paese. Il rischio di vuoto di potere e sbando istituzionale è elevatissimo. Il Parlamento dovrebbe nominare un presidente ad interim entro qualche giorno e dopo dovrebbe emergere anche un nome per il Primo Ministro. Le corse al potere sono solo iniziate e giá le difficolta’ di Speaker e Consiglio dei leaders di partito sono evidenti .


L’unica, nota e ben sfruttata, fortuna dello Sri Lanka è quello di essere in una posizione geo-politica altamente strategica. Solo per questo continuano le offerte di supporto da India e USA, le raccomandazioni e richieste di stabilitá anche dell’Europa e l’interesse economico di Russia e Cina, dove quest’ultima è giá padrona di moltissime opere pubbliche dell’isola .

Anche domani Lahiru sará in coda all’ufficio passaporti. Da mesi l’unica cosa che funziona davvero nell’apparato statale è l’emissione dei titoli di viaggio per l’espatrio. Anche la politica ha capito che l’unica speranza per i giovani, da qui ai prossimi anni, è quella di andarsene, quella di cercare fortuna . E così sono stati aperti uffici aggiuntivi, sono state snellite le procedure. Si è di certo alla legalitá con le moltissime agenzie intermediarie: l’importante è scappare, produrre rimesse in valuta straniera e inviare le stesse in Sri Lanka .

Nimantha è tornato a casa, ancora con la folla nella testa e il senso di vittoria nel cuore.
La notte scorsa il suo respiro, ancora infuocato dai gas lacrimogeni della polizia, si è fatto ancora corto. La moglie ha chiamato l’ambulanza. Ma il servizio di emergenza è sospeso in molte zone del Paese: manca il carburante, mancano i materiali sanitari. Nemmeno le ambulanze si muovono piú .
Non sará la fine per Nimantha che tra le cure della moglie, le preghiere della comunitá e il ricordo di quella mano calda unica áncora nella paura della manifestazione supererá la notte con dolore.
Potrebbe, peró, essere la fine per molte persone ridotte alla fame dalla bramosia di pochi .

Aggiornato il 12/07/22 alle ore 12:50