Dai libri al cacao

AFRICA
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REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO | Kinshasa: Supporto ai bambini e ragazzi di strada
Nella Repubblica Democratica del Congo, molti bambini e giovani emarginati sono costretti a vivere per strada. Le ragioni possono essere molteplici, ma spesso questa situazione è il risultato di disordini familiari o di violenza. La maggior parte di loro è concentrata nella capitale Kinshasa: si stima che più di 30.000 bambini e ragazzi vivano per strada e il loro sostentamento dipende generalmente dall’elemosina, dalla prostituzione o dalla delinquenza. L’Opera per la Riclassificazione e la Protezione dei Bambini di Strada (ORPER), è stata creata nel 1981 su iniziativa di Padre Frank Roelants (Missionario del Verbo Divino). In origine, si trattava di una risposta data a una dozzina di giovani di strada che si erano recati nella parrocchia di Christ-Roi a Kinshasa per chiedere a padre Frank di ospitarli lì per sfuggire ai soldati che, di notte, li inseguivano con l’intenzione di arruolarli nell’esercito o destinarli ai penitenziari statali. Oggi, ORPER ha due centri comunitari, uno per le ragazze e uno per i ragazzi; tre centri di accoglienza; un Centro Mobile, si tratta di un mezzo che si sposta in una trentina di luoghi con un’alta concentrazione di bambini per entrare in contatto con loro; e oltre 70 dipendenti professionisti ed entusiasti. La missione dell’ORPER è quella di fornire una risposta agli abusi, alle cattive condizioni di vita e ai bisogni fondamentali di migliaia di bambini che vivono nelle strade di Kinshasa. L’ORPER chiede un finanziamento per il centro Père Frank che accoglie annualmente fino a 800 bambini e ragazzi al di sotto dei 18 anni, occupandosi della loro scolarizzazione, per la quale è urgente l’acquisto di materiale scolastico (libri, penne, quaderni, zaini). Il centro ha inoltre bisogno di utensili per la cucina e di aiuti alimentari per i due pasti giornalieri offerti.
- Costo: 5.000 euro | Causale MP 71/25 CONGO RD
TANZANIA | Songea: laboratorio diagnostico per dispensario
Il villaggio di Mpandangindo si trova nel sud della Tanzania, a circa 28 km dalla città di Songea, sede dell’Arcidiocesi locale. La zona è prevalentemente rurale, caratterizzata da un’economia agricola di sussistenza, infrastrutture minime e un limitato accesso ai servizi di base. La popolazione del villaggio, composta da circa 5.000 abitanti, vive in condizioni di forte vulnerabilità sociale ed economica. In tale contesto, l’accesso all’assistenza sanitaria rappresenta una delle principali criticità. La popolazione è colpita da un’alta incidenza di malattie infettive e parassitarie, condizioni legate alla malnutrizione e alla carenza di acqua potabile, nonché problematiche legate alla salute materno-infantile. Mpandangindo dispone di un solo presidio sanitario: un piccolo dispensario fondato da missionari tedeschi nel 1978 e oggi affidato alla gestione delle Suore Orsoline, che operano nel villaggio dal 2004 su mandato dell’Arcidiocesi di Songea. Il dispensario è punto di riferimento anche per i villaggi limitrofi, rappresentando di fatto l’unico presidio sanitario accessibile in un’area molto vasta. Purtroppo, questo presidio presenta gravi carenze strutturali e organizzative. In particolare, il laboratorio per le analisi non dispone delle attrezzature minime necessarie per effettuare diagnosi affidabili e tempestive, che compromette la qualità dell’intervento sanitario, costringendo spesso i pazienti a spostarsi verso strutture lontane e costose. Inoltre, le normative ministeriali vigenti in materia di sanità richiedono che ogni struttura disponga di un laboratorio attrezzato per mantenere la licenza operativa. Il microprogetto nasce dunque dall’ascolto attivo e continuo dei bisogni della comunità, con cui le suore collaborano strettamente. La popolazione locale ha espresso con forza la necessità di rafforzare i servizi sanitari, soprattutto in termini di diagnostica di base. Il progetto prevede l’equipaggiamento del laboratorio del dispensario con strumentazione adeguata, l’acquisto di reagenti e materiali di consumo, nonché la formazione del personale locale per garantire un uso corretto e sostenibile delle nuove dotazioni. Saranno inoltre organizzate delle giornate di sensibilizzazione e incontri comunitari su tematiche sanitarie e sarà attivato un programma di screening sanitario gratuito per bambini e donne in età fertile.
- Costo: 5.000 euro | Causale MP 78/25 TANZANIA
ASIA
PAKISTAN | Faisalabad: Materiale scolastico
La diocesi di Faisalabad, situata in Pakistan, si trova ad affrontare significative sfide educative a causa di risorse limitate, materiale didattico insufficiente e difficoltà finanziarie a cui sono sottoposte molte famiglie. Riconoscendo il potere trasformativo dell’istruzione, questa proposta di progetto mira a fornire un supporto fondamentale agli studenti con l’acquisto di materiale didattico di qualità. Nello specifico si acquisteranno: uniformi scolastiche, libri di testo, quaderni, cancelleria e materiale artistico a 150 studenti bisognosi. È previsto anche un supporto per 6 insegnanti con la fornitura di piani didattici, supporti visivi e 2 computer, oltre a sessioni di formazione sull’uso dei nuovi materiali e sui metodi pedagogici moderni.
- Costo: 5.000 euro | Causale MP 100/25 PAKISTAN
AMERICA LATINA
COLOMBIA | Tumaco: “Afromuvaras – Cacao con valor”, sostegno alle piccole coltivatrici di cacao
Afromuvaras è un’associazione composta da 385 donne afrodiscendenti, produttrici di cacao. Molte di loro sono madri sole, vittime di violenza o discriminazione multipla, e dipendono dall’agricoltura per la sopravvivenza della propria famiglia. Il cacao rappresenta una delle colture alternative promosse dallo Stato colombiano per la sostituzione delle coltivazioni illecite di coca, ampiamente diffuse nella zona. Nonostante la lunga tradizione nella coltivazione del cacao in questa regione, persistono gravi carenze infrastrutturali e mancanza di formazione tecnica, soprattutto nella fase di post-raccolta (fermentazione ed essiccazione), che compromette la qualità del prodotto e l’accesso a mercati specializzati. L’area di essiccazione dell’associazione presenta infiltrazioni d’acqua, assenza di copertura idonea e scarsa ventilazione, generando muffe e acidità che degradano il cacao. Inoltre, le produttrici dispongono di strumenti tecnici (per misurare temperatura, umidità, acidità, ecc.) ma non hanno ricevuto formazione adeguata sul loro utilizzo, rendendo inefficace l’intera fase post-raccolta. L’obiettivo generale del microprogetto è di migliorare le condizioni di produzione delle donne cacaotere dell’associazione Afromuvaras, rafforzando la loro autonomia economica attraverso il recupero di un’infrastruttura fondamentale per la lavorazione post-raccolta del cacao. Le attività previste prevedono di riqualificare l’area di essiccazione del cacao, dotandola di una copertura funzionale e resistente, per garantire condizioni adeguate alla produzione di un cacao di qualità, ridurre le perdite e migliorare l’accesso a canali di vendita più remunerativi. I vantaggi per la comunità locale includono: un miglioramento immediato della qualità del cacao, un aumento del reddito per le famiglie coinvolte, un rafforzamento del ruolo delle donne nel tessuto economico e comunitario, una maggiore autonomia produttiva. L’intervento sarà implementato con manodopera locale, valorizzando la conoscenza del territorio e incentivando la sostenibilità sociale ed economica del progetto.
- Costo: 4.700 euro | Causale MP 80/25 COLOMBIA
UNO DEI MICROPROGETTI REALIZZATI: MP 3/25 | BURUNDI | Allevamento di capre

Malnutrizione e scarsa scolarizzazione dei bambini dovute alle condizioni di estrema povertà, in due parole la situazione dei villaggi che appartengono alla parrocchia di Mabanda. Come aiutare le famiglie più povere a mettere un pasto decente a tavola tutti i giorni ed allo stesso tempo invogliare le persone a darsi da fare per migliorare la loro condizione? La parrocchia locale cerca di dare pasti alle famiglie con figli più povere, di solito quelle che hanno come capo famiglia una donna (ragazze madri o vedove). Ma non è mai abbastanza. «Con il progetto ho ricevuto due capre, anche se non ho mai allevato animali. Con il letame, il mio campo di cavoli e melanzane non è stato mai così verde! Il raccolto mi permetterà di fare tante cose, oltre che nutrire mio figlio», racconta Gislaine Kezimana, 22 anni ed un figlio. ‘Una delle mie capre ha già avuto due capretti, ed uno lo donerò ad un’altra famiglia, appena sarà svezzato’, aggiunge Marie Niaruta che di anni ne ha 57 ed ha 9 figli. «Abbiamo aperto un conto di risparmio con le altre donne dell’associazione parrocchiale: con questo piccolo gruzzolo potremo finanziarie progetti di agricoltura per migliorare la nostra situazione. Da parte mia, comprerò un bovino che mi garantirà molto più letame delle capre e avrò tanti ortaggi da vendere al mercato». Le due capre regalate a 25 famiglie della parrocchia hanno messo in moto la voglia di fare di più, dopo aver visto i risultati della produzione orticola e la facilità di allevare le capre nel loro territorio.