Sri Lanka, fra onde e futuro

Foto credits: Caritas Internationalis
Leggi la prima parte “Pryangika e il silenzio“
Tilina abita sulla spiaggia di Galle da sempre.
Pescatore il nonno, il papà, lui e adesso anche il figlio. Figlio che ha 16 anni, che non sa niente di quel 2004 se non in qualche racconto ormai lontano. La memoria corta del popolo aiuta in questo caso a guardare avanti senza crogiolarsi nel dolore.
Una targa, però, affissa alla parete esterna della loro casa ricorda ogni giorno che qui sono arrivate centinaia di organizzazioni, milioni e milioni di dollari con uno sforzo umanitario mai visto prima di allora.
La loro casa porta il simbolo di Caritas. In questo villaggio, infatti, la Caritas diocesana di Galle in coordinamento con la Caritas Sri Lanka e molti partner di Caritas Internationalis ha assicurato supporto e ricostruzione.
Sono stati protetti gli sfollati in rifugi temporanei per mesi, sono state ricostruite le case seguendo standard specifici e assicurandosi che i riceventi delle case potessero selezionare il modello che più era confacente ai loro bisogni.
Sono state consegnate barche e reti nuove, stimolati gruppi di donne con il microcredito rotativo, istruiti alcuni laboratori su nuove tecniche e possibilità di impiego e lentamente la fascia costiera di Galle ha iniziato ad avere l’aspetto di un posto abitabile.
Gli aiuti umanitari
L’aiuto umanitario in risposta allo tsunami del 2004 è stato fondamentale per alleviare la sofferenza e per il recupero delle aree colpite. Le operazioni di soccorso sono state enormi e coinvolgenti, e sono arrivate da governi, organizzazioni internazionali, ONG e cittadini privati.
Si stima che siano stati raccolti circa 14 miliardi di dollari in aiuti internazionali per i paesi colpiti dallo tsunami. Gran parte di questi fondi è stata destinata a interventi di soccorso immediato, ma anche a progetti di ricostruzione a lungo termine.
Decine di migliaia di tonnellate di cibo sono state distribuite, così come milioni di litri di acqua potabile.
Sono stati inviati milioni di kit medici e migliaia di tonnellate di forniture mediche.
Più di 500.000 tende sono state distribuite nelle aree colpite, insieme a milioni di coperte e kit igienici.
La risposta umanitaria è stata una delle più grandi mobilitazioni internazionali della storia, con l’obiettivo di aiutare milioni di persone e contribuire alla ricostruzione delle vite e delle economie devastate dallo tsunami.

Pradeep e Kumari guardano il mondo con la tipica apertura del sorriso degli srilankesi.
La loro memoria non ha registrato la catastrofe, ma i racconti dei nonni e dei genitori, sopravvissuti quasi per miracolo grazie ad un impegno fuori città, continuano a ricordare e ad onorare le vittime del maremoto.
La risposta umanitaria è stata una delle più grandi mobilitazioni internazionali della storia, con l’obiettivo di aiutare milioni di persone e contribuire alla ricostruzione delle vite e delle economie devastate dallo tsunami.
Pradeep e Kumari sono riusciti a studiare entrambi grazie al lavoro del papà. Dopo che l’onda ha distrutto tutto e dalla costa di Negombo sono stati costretti a spostarsi all’interno, la Caritas del luogo ha inserito il padre in un progetto di formazione e poi di inserimento lavorativo. Questo ha permesso loro di vivere dignitosamente e, grazie anche alla formazione sul risparmio fatta per le donne, di accantonare i soldi necessari per studiare.
Kumari ora e insegna ai bambini delle elementari mentre Pradeep ha deciso, dopo il diploma di partire per l’estero ed ora si trova in Italia, a Verona, dove da alcuni anni lavora in un ufficio come responsabile del commercio estero.
Il fenomeno migratorio dallo Sri Lanka
Dopo lo tsunami che ha colpito lo Sri Lanka il 26 dicembre 2004, l’emigrazione dal paese ha visto un incremento significativo, alimentato principalmente dalla devastazione causata dalla tragedia.
Le difficoltà economiche, la perdita di terre agricole e la mancanza di risorse per la ricostruzione hanno spinto molte persone, soprattutto giovani, a cercare opportunità di lavoro e di vita all’estero. I principali paesi di destinazione per i migranti dello Sri Lanka sono stati quelli del Medio Oriente, come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi Uniti, e Kuwait, dove molti srilankesi hanno trovato lavoro come lavoratori domestici, operai o in altri settori a basso reddito. Inoltre, una parte della diaspora ha cercato rifugio in paesi come il Canada, l’Australia, il Regno Unito e gli Stati Uniti.
L’emigrazione dallo Sri Lanka è stata una costante per molti decenni, e i flussi migratori hanno avuto un impatto importante sull’economia del paese, in particolare attraverso le rimesse, che costituiscono una delle principali fonti di reddito per il paese.
Le difficoltà economiche, la perdita di terre agricole e la mancanza di risorse per la ricostruzione hanno spinto molte persone, soprattutto giovani, a cercare opportunità di lavoro e di vita all’estero.
Negli ultimi decenni, milioni di srilankesi emigrarono, principalmente verso Medio Oriente, Asia (specialmente Malesia e Singapore), Australia, Canada, Regno Unito e Stati Uniti. Le motivazioni principali sono state legate a opportunità di lavoro, ricerca di una vita migliore, fuga alla guerra civile e, più recentemente, ai disastri naturali come appunto lo tsunami del 2004.
Secondo l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), circa 2,5 milioni di persone originarie dello Sri Lanka vivono all’estero, pari a circa il 12% della popolazione totale.
Le rimesse inviate dai migranti srilankesi all’estero rappresentano una fonte fondamentale di valuta estera per lo Sri Lanka e una risorsa vitale per molte famiglie.
Nel 2024, le rimesse inviate dai lavoratori srilankesi all’estero hanno raggiunto livelli record, rappresentando una fonte cruciale di valuta estera per il paese.
Le rimesse annuali hanno raggiunto 6,57 miliardi di USD, segnando un aumento del 10,1% rispetto ai quasi 6 miliardi di USD dell’anno precedente mentre nel solo mese di dicembre 2024, le rimesse sono ammontate a 613,8 milioni di USD, con un incremento del 7,7% rispetto ai 569,7 milioni di USD dello stesso mese dell’anno precedente.
Aggiornato il 17/03/25 alle ore 15:24