21 Dicembre 2022

Segni di fiducia e comunità

I cittadini attori di primo piano nell’attivazione della comunità. È l'obiettivo del progetto "Fiducia nella città". La "Festa del Laboratorio Crocetta" ha voluto essere un'occasione per ripercorrere le attività più importanti realizzate insieme alla comunità in questi due anni del progetto

Oltre cinquanta persone si sono riunite venerdì 16 dicembre a Modena, presso la Palazzina Pucci, in occasione della “Festa del Laboratorio Crocetta”: titolo che evoca la sede fisica di “Fiducia nella città”, progetto 8xmille nato su iniziativa della Caritas diocesana di Modena e sviluppato attraverso proposte educative e culturali, alcune delle quali raccontate – sempre venerdì scorso – dalla voce di operatori e cittadini coinvolti nel progetto. Questi ultimi da considerare «protagonisti, anziché spettatori, capaci di dare il proprio contributo nella regia di attività finalizzate a costruire ponti tra gli attori che abitano il quartiere», come affermato da Mariagrazia Giustizieri, modenese che ha contribuito nell’organizzazione dell’incontro.

Qui il senso del progetto: riconoscere i cittadini come attori di primo piano nell’attivazione della comunità, stando all’obiettivo primario di un percorso pastorale raccontato dal settimanale diocesano “Nostro Tempo” sin dalla sua fase di avvio. Quella fase in cui si discuteva sull’effettività dei diritti – nel gennaio 2021 – da considerare tali soltanto se accessibili a tutti, soprattutto ai più fragili (perché altrimenti si parla di privilegi). Diritti, questi, promossi con iniziative culturali volte a valorizzare le risorse del Quartiere Crocetta-Sacca.

I diritti, da considerare tali solo se accessibili a tutti, soprattutto ai più fragili, sono stati promossi con iniziative culturali volte a valorizzare le risorse del Quartiere Crocetta-Sacca

Proposte come “Teddy per il Quartiere Crocetta”, laboratorio estivo rivolto a bambine e bambini della fascia d’età compresa dai 6 a 11 anni, chiamati ad «essere e diventare cittadini del proprio territorio»; “MusicandoLab”, itinerario di espressività finalizzato a facilitare la comunicazione e l’ascolto tra genitori e bambini («perché se non ci si occupa dei cittadini del domani, non si può parlare di “Fiducia nella città”», affermano gli operatori Caritas); “Vivi il Parco XXII Aprile”, iniziativa nata per trasformare gli spazi del quartiere in luoghi di cultura, di incontro con l’altro. Quest’ultima al centro di un’intensa collaborazione tra Caritas e il Circolo Alchemia del Ceis, che insieme hanno reso «più consistente un’offerta culturale rivolta alle famiglie e alle persone di tutte le età», come afferma Gianna Codeluppi, coordinatrice del Comitato “Vivi il Parco XXII Aprile. «Con Caritas modenese abbiamo lo stesso filo conduttore, siamo sulla stessa strada: processo formativo comunitario dal quale impariamo tutti».

Dal laboratorio estivo rivolto a bambine e bambini all’itinerario di espressività, all’iniziativa nata per trasformare gli spazi del quartiere in luoghi di cultura, di incontro con l’altro

Iniziative, tutte, che si ricongiungono in un percorso pastorale più ampio: un itinerario di animazione arricchito dalla ricerca-intervento “Città abit-abile”, che ha raccolto le voci e le rappresentazioni di 170 abitanti di 17 nazionalità diverse attorno al problema abitativo. La Festa del Laboratorio Crocetta è stata un’occasione preziosa per raccontare anche delle buone notizie, come suggerito da alcune docenti dell’IC-10. Quelle notizie che fanno fatica a trovare spazio nelle prime pagine, come afferma l’arcivescovo Erio Castellucci.

Sfida complessa, se intrapresa nel Quartiere Crocetta-Sacca, spesso rappresentato come “problematico” da analisi parziali, prive di contatto fisico (LS.49). Sfida che richiederà futuri confronti, come dichiara l’assessora Pinelli verso la fine di un incontro in cui tutti ricordiamo l’importanza di essere una comunità educante: quella comunità dove «nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, ma gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo», come ha ricordato il vicedirettore della Caritas diocesana Federico Valenzano citando Paulo Freire, pedagogista brasiliano nel famoso testo “La pedagogia degli oppressi”.

La Caritas ha potuto ricevere da tutti i presenti una riconoscenza che ha stupito e commosso: cittadini, professionisti, istituzioni hanno mostrato sincera gratitudine e vicinanza con la loro presenza: un segnale molto positivo, che rafforza i nostri legami nella comunità, e ci fa scoprire che si viene animati da essa in una logica di reciprocità. | fine

Un incontro in cui tutti ricordiamo l’importanza di essere una comunità educante, dove «nessuno educa nessuno, nessuno si educa da solo, ma gli uomini si educano insieme, con la mediazione del mondo», come ha ricordato il vicedirettore della Caritas diocesana Federico Valenzano citando Paulo Freire

Aggiornato il 21/12/22 alle ore 15:42