24 Marzo 2024

C’è una casetta piccola così

Ad Ancona, nei pressi dell’Orto del Sorriso, è stata inaugurata la microbiblioteca nel bosco. 500 libri da leggere immersi nella natura

Cantava quell’artista bolognese che ci ha lasciati un po’ di anni fa: «C’è una casetta piccola così». E la canterebbe ancora se ci fosse. Magari, chissà, resterebbe talmente colpito da dedicare una nuova canzone proprio alla casetta inaugurata sabato 16 marzo nel bosco intorno all’Orto del Sorriso, ad Ancona. Una microbiblioteca in legno abitata da 500 libri su natura e ambiente. Da leggere, appunto, immersi nella natura, sulle amache o nei grandi libri di legno che diventano una sorta di tenda canadese. A disposizione delle famiglie che vorranno usufruirne. Gratuitamente, ovvio. Tutto costruito da un volontario dell’Orto del Sorriso, che recupera legno e per passione crea. È una caratteristica delle persone che lavorano o svolgono servizio volontario in quell’appezzamento di terra sulla Strada del Castellano, nel capoluogo delle Marche –: far sì che le rispettive passioni generino iniziative concrete che diventano bene di tutti.

Il momento dell’inaugurazione. Si riconoscono: Andrea Tondi, responsabile dell’Orto del Sorriso (con le forbici in mano) e mons. Angelo Spina, arcivescovo di Ancona-Osimo

LA PASSIONE DI ANDREA

Questo è il sogno divenuto realtà di Andrea Tondi, appassionato responsabile dell’Orto e della microbiblioteca nel bosco, promossi dalla Caritas diocesana di Ancona-Osimo e sostenuti dalla Fondazione Cariverona. «L’impegno è totale, coinvolge tutto me stesso. Ma è questa la mia passione. Dal lunedì al venerdì sono qui a scrivere progetti e a lavorare nell’orto. Il sabato e la domenica vengo con mia moglie e i nostri tre figli. Perché è il posto giusto per stare insieme. Lo scorso fine settimana sono nati 30 pulcini… con l’aiuto dei miei figli. Puoi immaginare quanto piaccia anche a loro stare qui! Per me c’è la soddisfazione di stare in mezzo al verde. Ma è soprattutto quello che accade in questo posto a farmi stare bene: stamattina eravamo in 14 nei campi a lavorare ed è stato bellissimo. Non c’era distinzione tra chi è volontario e chi è stato in carcere».

VOLONTARI, OPERATORI E SCOLARESCHE

Sì, perché l’Orto del Sorriso del capoluogo marchigiano (insieme a quello di Jesi costituiscono due metà di un unico progetto) è una Cooperativa Agricola Sociale che favorisce percorsi di reinserimento socio-lavorativo di persone fragili: immigrati, persone con disabilità, ex detenuti o in regime di misure alternative alla detenzione. E le numerose scolaresche che frequentano l’Orto hanno l’opportunità di dialogare con loro, ascoltare e dire la propria. Tutti hanno contatto con tutti. E a proposito, alla fine di questo anno scolastico saranno stati 950 i bambini delle scuole del territorio a trascorrere da qualche ora a un’intera giornata all’Orto del Sorriso.

«Fino al 15 giugno – continua Andrea – non abbiamo un solo giorno senza la visita di una scolaresca, sabato compreso. Gli incontri prevedono una serie di attività modulari a scelta. Anzitutto la visita all’orto e alla fattoria didattica, con momenti specifici in cui approfondiamo, ad esempio, il ciclo delle fragole, il lavoro per la compostiera, giochiamo con la natura utilizzando schede in forex preparate da noi. Organizziamo poi la giornata del contadino, per quelle scolaresche che scelgono di stare con noi un numero di ore maggiore, durante la quale accudiscono gli animali e raccolgono la verdura che vendono ai genitori quando il pomeriggio vengono a prenderli».

QUANDO LE IDEE NON MANCANO

E con l’inaugurazione della microbiblioteca sono partite nuove attività, come il Kamishibai (foto), teatro di carta poggiato su una bicicletta che appartiene alla tradizione giapponese, momenti di lettura corale insieme ad associazioni locali, … E presto lezioni di yoga per intrattenere le mamme mentre i bambini sono impegnati nella biblioteca. Di solito si pensa a tenere buoni i bambini quando le mamme hanno da fare. Qui è il contrario! Innovativo, no?

«C’è una casetta piccola così» canterebbe ancora oggi quel cantautore. Però si fermerebbe prima del ritornello «Attenti al lupo». Sappiamo che il lupo da quelle parti c’è, ma se si spingesse fino all’Orto del Sorriso si accuccerebbe fuori dalla casetta aspettando che qualcuno gli legga una storia. Vera. Una di quelle dove si racconti che non è cattivo.

Aggiornato il 25/03/24 alle ore 08:08