Liberi di volare

Il 14 e il 15 giugno ci sarà il Giubileo dello Sport, un evento che celebra l’importanza dello sport come strumento di inclusione, educazione e benessere. Un’occasione per promuovere valori come la solidarietà, il rispetto e l’unità attraverso attività sportive. Lo sport ci ricorda come si possono rafforzare le comunità attraverso il gioco di squadra, il rispetto reciproco e la voglia di superare insieme le difficoltà.

L’associazione “Liberi di volare OdV” nasce nel 2021 per volontà di un gruppo di famiglie e operatori volontari della Caritas di Caprarola. Questa iniziativa, per i volontari dell’associazione, è molto più di un semplice progetto sociale: è un percorso di inclusione e cambiamento culturale, da portare avanti insieme ai ragazzi e alle loro famiglie. Lo scopo è quello di rendere più accessibili i servizi e le attività del territorio promosse dalla Caritas diocesana di Civita Castellana e offrire opportunità concrete di incontro per le persone con disabilità, generalmente escluse dal tessuto sociale, al fine di generare benessere ed integrazione attraverso attività educative e riabilitative.
Questa idea è nata con un centro di ascolto diurno, un’opera segno della Caritas di Caprarola, dove si svolgevano tre incontri settimanali con le famiglie di ragazzi disabili. Ma presto è emersa una necessità più profonda: sostenere i ragazzi e le loro famiglie in maniera più continuativa, creare dei legami, andando oltre all’assistenza temporanea. Nell’associazione sono presenti anche due psicologi, che forniscono sostegno continuo ai ragazzi e ai genitori e li supportano nelle difficoltà. C’è un aiuto concreto per le famiglie, che spesso si sono sentite sole, abbandonate, ma che qui hanno trovato una rete, un supporto, un senso di comunità.

L’obiettivo dei volontari è fare sempre di più per i ragazzi, far sì che non solo si sentano accolti, ma che diventino parte attiva della comunità: questi ragazzi sono passati da essere “invisibili”, spesso chiusi in casa, ad essere protagonisti della loro comunità. L’inclusione passa attraverso la relazione, la condivisione e, soprattutto, la partecipazione.
È in quest’ottica che si inseriscono le attività promosse dall’associazione, spesso realizzate in collaborazione con le scuole del territorio. “I bambini spesso hanno una marcia in più degli adulti” – ci ha spiegato Delia, operatrice della Caritas diocesana e segretario dell’associazione – “sono più sensibili, più aperti, più pronti degli adulti a includere e comprendere. È fondamentale che fin da piccoli imparino ad abbattere le barriere ed accogliere le diversità”.
Lo sport ha assunto un ruolo centrale in questo percorso di integrazione. Nuoto, atletica, kayak, tiro con l’arco, basket, equitazione e presto anche pallavolo: queste sono solo alcune delle discipline che coinvolgono attivamente i ragazzi. Lo sport unisce e crea un linguaggio universale che parla di passione e comunità, in grado di superare barriere e pregiudizi: i ragazzi attraverso queste attività possono sviluppare autonomia, fiducia in sé stessi e senso di appartenenza.

Tra i ragazzi coinvolti, c’è Manuela: una giovane ragazza con la sindrome di Down che, grazie al sostegno dell’associazione ha potuto coltivare la sua passione per il nuoto fino ad arrivare a partecipare ai campionati nazionali. Un traguardo importante che ha coinvolto attivamente tutta la comunità, che l’ha accompagnata con grande partecipazione, entusiasmo e solidarietà.
