L’essenziale al centro
Il deserto, dimensione tipica del cammino quaresimale, è spesso inteso nella sua accezione negativa. Le alte temperature del giorno e il freddo ostico della notte lo rendono un luogo impraticabile, difficile da attraversare.
Tuttavia, nel corso della Storia della Salvezza, esso è stato cornice di esperienze intense: se da un lato è il luogo della prova e della morte, dall’altro rappresenta un tempo propizio per ritirarsi in sé stessi e rinascere a vita nuova.
È oltre il deserto, infatti, che Mosè fa esperienza di un Dio che vede e ascolta. Nel roveto ardente il Signore rivela di conoscere la miseria e le sofferenze del suo popolo (Es 3,7-8). Dio si fa vicino agli uomini e, in particolare, sceglie di restare accanto a chi vive nella prova. Dunque, Egli abita le profonde ferite della Terra Santa, dilaniata dalla guerra, è accanto al popolo ucraino, a quello siriano e accoglie il dolore degli innocenti sulle cui spalle pesano le scelte di chi non è disposto a far tacere le armi.
Papa Francesco, nel messaggio per la Quaresima, provoca le nostre coscienze. «Il grido di tanti fratelli e sorelle oppressi arriva al cielo. Chiediamoci: arriva anche a noi? Ci scuote? Ci commuove?». Attraversiamo insieme il deserto per rimettere al centro l’essenziale: amare Dio con tutto il cuore e il prossimo come noi stessi.
*direttore di Caritas Italiana