16 Maggio 2025

“Seguirà il cammino di Francesco”

Il vescovo presidente della Caritas del Perù racconta Leone, l’uomo che ascolta e che si rimbocca le maniche

Mons. Guillermo Antonio Cornejo Monzón è vescovo ausiliare di Lima, la capitale del Perù. Da alcuni anni è presidente della Caritas nazionale. Con quello che sarebbe diventato papa Leone ha avuto un rapporto particolare, oltre alla collaborazione in Caritas Perù. È lui che lo ha sostituito, nel 2023, come amministratore apostolico di Chiclayo, quando papa Francesco chiamò mons. Prevost a Roma, a presiedere il Dicastero per i vescovi. Gli abbiamo chiesto di raccontarci, in semplicità, frammenti della storia e della vita del nuovo pontefice.

  • Mons. Cornejo Monzón, quando ha conosciuto il vescovo che sarebbe diventato papa Leone?

Inizialmente lo conoscevo di vista. Dopo che sono stato nominato vescovo, nel 2021, lo conobbi molto meglio. Nel 2022 mi invitò a tenere alcune conferenze sulla sinodalità a Chiclayo, nel mese di agosto. Poi, quando fu chiamato a Roma nel 2023, fu affidata a me la missione di amministratore apostolico di Chiclayo. L’ho sostituito in aprile e per questo avemmo occasione di parlare molto insieme.

Quando andai a Chiclayo nel 2022, rimasi a casa sua e passammo cinque giorni a discutere di molte cose. Mi aveva invitato a tenere alcune conferenze. L’anno successivo sono rimasto a Chiclayo per quasi un anno, undici mesi, come amministratore apostolico.

  • Che ruolo ha giocato l’allora pastore di Chiclayo in relazione alla Caritas?

È stato molto attivo nella Caritas di Chiclayo, ha fatto molto lavoro. E a livello nazionale è stato membro del Consiglio direttivo della Caritas del Perù.

Nella sua diocesi si è dato molto da fare dando impulso alla segreteria esecutiva, ha aiutato in tutte le emergenze, ha costruito la Caritas di Chiclayo, l’ha fatta crescere. Si ricorda il suo impegno diretto in particolare al tempo del Covid e delle inondazioni del 2023.

Caritas Perù
  • E a livello di Caritas nazionale?

Era una presenza costante alle riunioni. Lo ricordo sempre attento. Si riconosceva la sua grande sensibilità e il suo amore per i poveri, per coloro che soffrono di più. Era sempre interessato alle sfide che si presentavano, interveniva anche con relazioni, la sua partecipazione era molto efficace.

  • Papa Leone ha pronunciato fin dall’inizio più volte la parola “pace”…

È un uomo di dialogo. Sa comunicare con le persone. Rispetta e accetta sacerdoti, religiosi, vescovi che la pensano come lui o che non la pensano come lui. Rispetta le persone. È un uomo molto gentile, molto generoso.

È in questo stile che ha guidato Chiclayo in questi nove anni. È così che l’ha portata avanti, con molta umiltà, con molta pace, con molta semplicità.

“È un vero uomo di pace. Un uomo che ascolta molto e dialoga con le persone”.

  • Papa Prevost ha detto di ispirarsi, per la scelta del nome, a Leone XIII. È un riferimento alla dottrina sociale della Chiesa…

Penso che abbia sempre attribuito grande importanza alla dottrina sociale della Chiesa. Per questo si è fatto chiamare Leone XIV. Seguendo l’esempio di Leone XIII, che scrisse la Rerum Novarum. Vuole essere un uomo che lotta per la giustizia sociale per gli esseri umani. Credo di sì, lavorerà molto sulla dottrina sociale della Chiesa. Seguirà il cammino di Francesco.

  • Francesco e Leone, caratteri diversi, ma sguardo nella stessa direzione…

Credo che, per quanto ognuno abbia il suo carattere, sì, abbiano entrambi hanno lo stesso desiderio nel far progredire la nostra Chiesa.

  • Per lui, nei suoi discorsi da papa fino ad oggi, un concetto importante è quello sinodalità. Ne ha avuto esperienza anche in Perù?

Naturalmente, come dicevo mi ha invitato a tenere conferenze sulla sinodalità.

Era molto preoccupato che la sinodalità fosse vissuta a Chiclayo. Sinodalità significa camminare insieme. Era molto impegnato a far vivere davvero questa sinodalità.

Caritas Perù
  • Nella realtà peruviana si è confrontato certamente anche con le sfide della tutela dell’ambiente…

Sì, se n’è curato molto e anche in modo pratico. Quando ci sono stati i disastri a Chiclayo e in tutto il nord per via del ciclone, poco prima che io andassi a sostituirlo come amministratore apostolico, lui si è messo gli abiti da lavoro, gli stivali e tutto il necessario e si è dato da fare come ogni altra persona, in tutta umiltà. Per me è stato molto importante.

Al di là di questo, è attento all’ambiente, ama la natura, s’impegna per l’ecologia e per il bene degli altri.

  • Il suo rapporto personale con la Parola di Dio?

L’ho sentito parlare alcune volte, quando abbiamo concelebrato la messa. Parla di amore, di uguaglianza, attenzione ai poveri. Un passo che gli è caro: Matteo 25,31-46. Quando, Signore? Quando? Quando hai avuto fame, sete, sei stato malato in prigione, straniero, nudo? Quando l’hai fatto per il più piccolo dei miei fratelli, l’hai fatto per me. Matteo 25… Ho anche sempre percepito il desiderio di amare i propri simili. L’ho sempre sentito.

  • In particolare, a quale tipo di persone si è maggiormente dedicato?

Si è occupato di tutti. Andava molto d’accordo con i sacerdoti, le suore, li accompagnava, i laici, i più poveri. Non ha mai trascurato le carceri, soprattutto le carceri. E il lavoro pastorale. È per questo che ci teneva a fare un buon lavoro di sinodalità. Ma so che sapeva lavorare con tutti.

  • Verrà a trovarvi in Perù?

Certo, sì, visiterà il Perù. Verrà in Perù e visiterà Chiclayo. Immaginate che da cardinale c’è già andato due volte.

  • Nel suo primo discorso si è rivolto in spagnolo alla sua diocesi di Chiclayo. Un bel segnale…

Sì, quelle parole hanno avuto un significato molto bello, per tutti i peruviani. Hanno sollevato il nostro spirito. Penso che ciò che serve di più in questo momento, a tutti i peruviani, è la speranza. È vivere nella speranza, avere fiducia.

Il Papa ha dato a tutti noi quelle parole di incoraggiamento di cui i peruviani hanno tanto bisogno. Abbiamo bisogno di parole di fiducia, di speranza. Chi ha un incarico, una responsabilità, non è lì per creare problemi, ma per dare speranza, per dare speranza al nostro popolo, alla nostra gente. Per farci riconquistare la fiducia nel Signore. E questo è ciò che il nostro papa Leone XIV ci ispira a fare.

  • Mons. Cornejo Monzón, grazie della testimonianza e buon servizio con la Caritas peruviana!

È bello, con la Caritas, essere dalla parte dei più poveri, dei più dimenticati. Questo è ciò che papa Francesco ha fatto, che fa la nostra Caritas in Perù e continuerà a fare papa Leone. Siamo molto fiduciosi perché abbiamo un papa di qualità, di fraternità, di fede. Un papa che ci porta la pace nel cuore.

Che Dio vi benedica tutti!

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Aggiornato il 17/05/25 alle ore 11:38