28 Maggio 2025

Non dimenticare il cuore

“Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori”. Il messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali

La Giornata delle Comunicazioni sociali del 2025 (1° giugno) è l’occasione per diffondere l’eco delle parole di papa Francesco. Suo il messaggio, pubblicato a gennaio: Condividete con mitezza la speranza che sta nei vostri cuori.

Francesco paragona i comunicatori ai cercatori d’oro.

“Vi incoraggio … a scoprire e raccontare le tante storie di bene nascoste fra le pieghe della cronaca; a imitare i cercatori d’oro, che setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere”.

L’ultima parte del Messaggio porta il titolo “Non dimenticare il cuore”. La memoria (“non dimenticare”, “non dimenticatevi di pregare per me…”) e il cuore sono temi ricorrenti dell’eredità di Francesco.

“Di fronte alle vertiginose conquiste della tecnica”, scrive, “vi invito ad avere cura del vostro cuore, cioè della vostra vita interiore”. Il cuore viene messo in relazione alle “vertiginose conquiste della tecnica”.

I progressi della tecnica, come l’intelligenza artificiale, sono stati sempre una preoccupazione di papa Francesco, non nel senso di una demonizzazione ma nell’ottica di instaurare un rapporto positivo con il progresso scientifico che consenta soprattutto di rimanere umani.

Anche papa Leone ha motivato la scelta del suo nome – che fa riferimento a leone XIII e alla sua Rerum novarum – con la necessità di “rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale”. Nel recente incontro con i giornalisti accreditati per il Conclave, ha ribadito che l’intelligenza artificiale ha un potenziale immenso “che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità”.

Francesco, di fronte alla tecnica, propone di avere cura del cuore, della vita interiore. E dà alcune “tracce”.

“Essere miti e non dimenticare mai il volto dell’altro; parlare al cuore delle donne e degli uomini al servizio dei quali state svolgendo il vostro lavoro”.

Chi opera nel mondo dei mass media parla spesso di persone, non solo di situazioni. In ogni caso le situazioni coinvolgono sempre delle persone. Sappiamo bene quanto una parola in più o una parola in meno possa condizionare la vita di queste persone. Parlare al cuore delle donne e degli uomini significa essere fedeli all’essenza di quello che stiamo comunicando.

Ma che cosa si intende veramente per “cuore”? Al tema del cuore papa Francesco ha dedicato un’intera enciclica, Dilexit nos (enciclica sull’amore umano e divino del cuore di Gesù Cristo, 24 ottobre 2024).

Foto Vatican Media

Dice: “Quando siamo tentati di navigare in superficie, di vivere di corsa senza sapere alla fine perché, di diventare consumisti insaziabili e schiavi degli ingranaggi di un mercato a cui non interessa il senso della nostra esistenza, abbiamo bisogno di recuperare l’importanza del cuore”.

Il cuore ha un significato centrale nell’immagine biblica dell’uomo e di Dio. La Bibbia “ci parla di un nucleo, il cuore, che sta dietro ogni apparenza, anche dietro i pensieri superficiali che ci confondono”. “I discepoli di Emmaus, durante il loro misterioso cammino con Cristo risorto, vivevano un momento di angoscia, confusione, disperazione, delusione. Eppure, al di là di tutto ciò e nonostante tutto, qualcosa accadeva nel profondo: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via?» (Lc 24,32)”.

“Al tempo stesso, il cuore è il luogo della sincerità, dove non si può ingannare né dissimulare. Di solito indica le vere intenzioni, ciò che si pensa, si crede e si vuole realmente, i ‘segreti’ che non si dicono a nessuno, insomma la propria nuda verità”.

Il cuore è principio unificatore della persona, è l’essenza della persona e delle cose, è il luogo della verità, non sempre facile e immediata da individuare, ma sempre da ricercare.

Il cuore è dentro la persona, e dentro le cose, quasi a ricordarci che la verità non sta sulla superficie, ma va ricercata entrando nelle situazioni, scavando, senza arrendersi alle apparenze.

Il cuore ha poco a che fare con le emozioni del momento. Continua papa Francesco nel suo messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali: “Non permettere che le reazioni istintive guidino la vostra comunicazione. Seminare sempre speranza, anche quando è difficile, anche quando costa, anche quando sembra non portare frutto”.

Come comunicatori Caritas ci chiediamo spesso come fare a comunicare suscitando speranza anziché rabbia, assuefazione, rassegnazione. Mi riferisco a situazioni di fronte alle quali è molto difficile individuare segni di speranza: pensiamo a Gaza e alla Terra Santa in generale, pensiamo al conflitto tra Ucraina e Russia, oppure al Congo, al Sudan, al Sud Sudan, al Myanmar e alle decine di conflitti dimenticati che ci sono nel mondo.

Ecco la bellezza di quell’’immagine dei cercatori d’oro, che “setacciano instancabilmente la sabbia alla ricerca della minuscola pepita. È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere”.

In Israele ci sono molte persone che non condividono le azioni del proprio governo. A Gaza ci sono persone che non si rassegnano al terrore, all’odio e al rancore, in quelle terre ci sono realtà in cui palestinesi e israeliani si parlano. In Ucraina ci sono persone capaci di pensare ed agire, in termini che superano quei confini per i quali è in corso una guerra spietata.

“È bello trovare questi semi di speranza e farli conoscere”.

Spesso pensiamo che sia doveroso raccontare le cose come stanno o, meglio, come esse si presentano ai nostri occhi, anche se non ci piacciono, e che sia fuorviante, poco vero, parlare di quella piccola percentuale di positivo che c’è in mezzo a una grande realtà negativa. Può essere.

Però non è così che si comporta il cercatore d’oro, il quale deve tener conto certamente di tutto ciò che non è oro, ma in ultima analisi esulta e ha raggiunto il suo obiettivo, solo quando ha trovato la pagliuzza d’oro, che vale per lui molto di più di un mucchio di terra e di pietre informi e senza valore.

È quella pagliuzza che farà vivere il cercatore d’oro.

Aggiornato il 28/05/25 alle ore 18:37