“La morte ci cambia”

Mons. Calogero Peri, vescovo di Caltagirone, è membro della Presidenza di Caritas Italiana. Il 20 agosto ha celebrato a Militello, parrocchia della sua diocesi, i funerali di Pippo Baudo. Di seguito le sue parole all’inizio della celebrazione.
Fratelli e sorelle, benvenuti. Siamo qui per dare un ulteriore attestato di stima e di gratitudine, ma anche un ultimo saluto all’amico Pippo Baudo, che ha terminato il suo percorso qui in terra. Ma siamo qui soprattutto per celebrare nella fede la Pasqua del Signore e la nostra Pasqua, l’unica capace di sfidare la morte e di uscirne vittoriosa.
Facciamo però tutto questo con dolore per il distacco che ciascuno porta dentro di sé, mentre cerchiamo di custodire e alimentare comunque la speranza. Il mistero della morte, al contrario della vita, mette a tacere tutte le nostre parole e sicurezze, ed è anche una dura prova per il nostro pensiero. Perché la morte, lo sappiamo bene, cambia tutto e ci cambia totalmente.
Ci lascia domande e non ci regala risposte. E se infatti pone a tutti, credenti e non, un’alternativa dalla quale non possiamo scappare.
Decidere se la morte sia la fine della vita oppure un passaggio, e quindi se la nostra vita sia un fallimento oppure un compimento.
Prendiamoci del tempo, fratelli e sorelle, per essere riflessivi e saggi. Ne vale della nostra vita, imponderabile ma anche affascinante, che viviamo per la prima, per l’unica e per l’ultima volta. Non a caso, fratelli e sorelle, noi celebriamo questa sera queste esequie nel santuario Maria Santissima della Stella, della quale l’amico Pippo Baudo era molto devoto, come in realtà lo sono tutti i marianesi, cioè i devoti di Maria di Militello.
Ora, dinanzi all’enigma della morte, che cosa possiamo o dobbiamo pensare? Mi viene questo pensiero della parola di Dio, che ci ricorda che i giusti splenderanno come stelle nel firmamento, cioè come frammenti di luce in un mare di buio. Carissimo Pippo, noi ti auguriamo di splendere come stella non soltanto nel firmamento degli uomini, come già avviene, ma tanto luminoso anche e soprattutto in quello di Dio.
E nel firmamento di Dio, ce lo vogliamo ricordare ancora una volta, si splende solo per l’amore operoso e concreto che abbiamo vissuto, ricevuto e donato.
Tutto il resto passa e si dissolve come pula al vento, perché solo l’amore resta ed è per sempre. Ancora un augurio. Caro Pippo, a te e a noi, tutti i pellegrini fragili e peccatori che viaggiamo dal tempo verso l’eternità, di splendere per amore. Te lo conceda e ce lo conceda il nostro Dio.
Egli ci ama sempre e tutti, senza misura e senza condizione. Ci ama da morire, tanto che è morto per noi. Ci ama tutti personalmente, così come siamo. E per questo si dona e si perdona, nonostante tutto e nonostante noi.
- Ascolta l’intervento di mons. Peri:
- Vedi e ascolta l’omelia di don Giulio Albanese (Rai)
- La cronaca di Avvenire
- L’articolo di Massimiliano Castellani (Avvenire)
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