08 Agosto 2022

Giovani, oceano di Pace

A Cagliari 120 ragazze e ragazzi di quindici nazionalità insieme per un campo estivo sulla pace, valore «da conquistare e far germogliare attraverso esperienze di servizio, cura, amicizia»

Centoventi giovani di una quindicina di nazionalità diverse protagonisti del Campo estivo internazionale “Oceano di Pace” (31 luglio – 7 agosto), giunto quest’anno alla decima edizione, organizzato dalla Caritas diocesana di Cagliari, in rete con altre realtà diocesane. La pace, tema scelto quest’anno, «la vogliamo conquistare e far germogliare attraverso esperienze di servizio, cura, amicizia – ha sottolineato l’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi –: e questa è la scommessa più grande perché la pace ha bisogno di amicizia, cioè riconoscimento, attenzione, accoglienza l’uno dell’altro nella propria diversità. L’altro aspetto è quello della cura, la cura delle persone attraverso un’azione di volontariato e la cura del Creato attraverso un’attenzione particolare all’ambiente. Anche questa è una bella scommessa, perché la pace ha bisogno di una cura integrale degli uomini come dell’ambiente, dei popoli come dei nostri prossimi. Attraverso questo Campo, i giovani possono diventare così a maggior titolo operatori di pace nei loro Paesi e negli ambienti che torneranno ad abitare subito dopo».

Disegno dalla locandina del Campo estivo internazionale

Punti cardine, servizio e formazione: ogni mattina i ragazzi hanno svolto volontariato in una ventina di servizi della Caritas e di altre realtà diocesane e la sera momenti formativi sui temi della pace, mondialità, fratellanza, ecologia integrale, guidati dalle encicliche di Papa Francesco “Laudato si’” e “Fratelli tutti”. «Il Campo, come ogni anno – commenta il direttore della Caritas diocesana di Cagliari, don Marco Lai –, è stato un’occasione di incontro, relazioni, conoscenza che è alla base del superamento di ogni pregiudizio e della crescita della fiducia. Un’iniziativa che permette ai giovani il confronto, ma anche uno spazio di crescita, educativo, importante per le loro scelte future».

«Ogni mattina i ragazzi hanno svolto volontariato in alcuni servizi della Caritas e di altre realtà diocesane; la sera momenti formativi sui temi della pace, mondialità, fratellanza, ecologia integrale»


A ospitare il Campo, la Comunità saveriana di Cagliari: «Il tema di quest’anno – commenta il superiore padre Marco Milia – è un forte richiamo alla responsabilità che come cristiani abbiamo nel lavorare per la pace. Come missionari, poi, ci sentiamo coinvolti in varie forme di dialogo tra culture e religioni, guidati dall’ideale evangelico che ci chiede di portare a tutti il messaggio di amore e di pace di Gesù Cristo. Perciò il Campo ci permette di contribuire al servizio di educazione alla mondialità e alla pace della Chiesa di Cagliari, mettendo a disposizione quello che siamo e che abbiamo».

«Abbiamo svolto un servizio importante per quelle persone che chiedono un pasto caldo, un qualcosa che spesso diamo per scontato ma che per alcuni non lo è» racconta Emanuele, 23 anni, impegnato nella Cucina Caritas. «Un’esperienza formativa stupenda – dice Antonio, 18 anni, della Diocesi di Sessa Aurunca –, che ci ha permesso di entrare in contatto con realtà diverse dalle nostre». Tra i servizi svolti, anche quello con Legambiente Cagliari. «Attraverso questa sinergia con la Caritas diocesana – spiega Ahmed Naciri, presidente Legambiente Cagliari – diamo ai giovani l’opportunità di svolgere esperienze di volontariato che diventano occasioni di educazione ambientale, grazie a cui imparano l’importanza della tutela della propria “casa comune”, accogliendo l’invito di Papa Francesco». «Abbiamo fatto qualcosa di utile per la comunità – racconta Chiara (impegnata durante l’anno nel Servizio civile della Caritas di Cagliari) – e condiviso questa esperienza tutti insieme».

Tra i partecipanti, anche alcuni giovani ucraini arrivati a Cagliari in seguito allo scoppio della guerra. «Una bella esperienza che mi ha permesso di fare nuove amicizie – racconta Kateryna, 16 anni, arrivata quattro mesi fa da Uzhorod –: così ho la possibilità di non pensare alla situazione nel mio Paese». Ilarii, 15 anni, a Cagliari frequenta il liceo scientifico e porta avanti anche la didattica a distanza: «Questo campo è un’ulteriore opportunità di fare amicizie, anche se mi manca molto il mio Paese». Taras, 17 anni, è arrivato da Kiev lo scorso marzo: «È stato bello sentire parlare di pace. Abbiamo cantato tutti insieme una canzone in ucraino: ciò ha significato solidarietà, vicinanza. Quando la guerra sarà finita vorrei tornare nel mio Paese».

Diversi i ragazzi che hanno scelto di ripetere questa esperienza. «È la quarta volta che partecipo – racconta Giaklina, 17 anni, origini bosniache –: ci siamo ascoltati a vicenda, ognuno ha raccontato la propria esperienza, cultura». «Per il terzo anno ho chiesto di partecipare – racconta Sofiya, 25 anni, arrivata dalla Caritas Bielorussia – : questo Campo mi dà la carica per tutto l’anno. Prendo esempio dalle persone che incontro, imparo il lavoro di squadra e a guardare il mondo con gli occhi degli altri senza giudicare. Ho percepito l’unità, l’amicizia, il desiderio di raggiungere tutti lo stesso obiettivo, quello della pace. Non posso che ringraziare per questa possibilità». (Fine)


VIDEOTESTIMONIANZE

Giovanni, in servizio civile, già prima del Campo ha iniziato a operare affinché questa esperienza favorisse relazioni, scambi…

Giovanni ha svolto il suo servizio nel Campo con Legambiente. Obiettivo: ripulire la spiaggia cagliaritana di Calamosca…

Yulia, mediatrice culturale ucraina, ha accompagnato i ragazzi ucraini e fatto da interprete ai ragazzi bielorussi

Mohammed, egiziano, parla del suo servizio con i bambini…

Per Annalisa il Campo ha rappresentato anche l’occasione di abbattere le barriere tra le diverse culture…

Aggiornato il 18/08/22 alle ore 09:12