09 Settembre 2023

Dal disagio al sogno

Indonesia: nell'unico Centro dell'isola di Nias per i bambini con difficoltà

Da un mese Indah è arrivata qui al Centro Alma a Tuhemberua, un villaggio nel nord dell’isola di Nias, in Indonesia. È arrivata qui nel momento più caldo della giornata, intorno alle 11 del mattino, quando tutti sono già stanchissimi, si boccheggia e ci si finge occupati in qualche piccola mansione che non prevede molto movimento. Un momento della giornata in cui si è anche più suscettibili e nervosi proprio per il forte caldo, l’umidità che sale e la fame che inizia a farsi sentire.

Indah era accompagnata da suo padre e dal prete della sua parrocchia che li ha indirizzati qui ad Alma, unico punto di riferimento dell’isola per quasi tutti i bambini con disabilità. Quella mattina gli occhi del padre erano rossi, pieni di lacrime, devastati. È stata una delle cose più difficili, per me, riuscire a mantenere il suo sguardo. L’ha lasciata qui dopo nove anni di vita insieme, con in tasca ventimila rupie, poco più di un euro, tutto quello che riusciva a darle.

La mamma di Indah è morta da poco meno di un anno e il papà lavorando tutto il giorno nelle risaie non riesce ad occuparsi di lei. Indah è una bambina con la sindrome di Down.

Non è accettata a scuola e com’è giusto che sia richiede attenzioni, tante. I primi giorni qui Indah era scossa e confusa, non le erano familiari né il luogo, né le persone, né tantomeno la lingua.

Come tanti bambini di Nias, anche Indah parla soltanto la lingua locale. Chiama infatti mama una delle donne che lavora e vive qui ad Alma perché parla la sua lingua e le regala comprensione, come una mamma può fare.

Come molti bambini poveri dei villaggi di Nias, Indah mangia solo riso allungato con acqua. Un’alimentazione che non favorisce per niente una buona crescita e un sano sviluppo del bambino. La malnutrizione qui è ancora molto presente, è una lotta che Caritas Sibolga e Caritas Indonesia continuano a combattere, non solo a Nias ma anche in altri posti dell’Indonesia come a Sumba.

Come tutti i bambini Indah sogna e vuole imparare, ogni giorno ama passare il tempo scarabocchiando e disegnando, giocando ad andare a scuola.

Quando si sarà ambientata prenderà parte alle piccole classi che abbiamo creato qui ad Alma.

Come Indah, sono davvero tanti i bambini che su questa piccola isola dell’Oceano Indiano vivono in condizioni di estrema marginalità e con grandissimi disagi: poveri, con disabilità e per questo discriminati, al confine occidentale più estremo dell’Indonesia, in una zona geografica in cui la natura si presenta bellissima e imponente, mostrando anche tutta la sua potenza distruttrice.

Tsunami e terremoti, come quelli del 2004 e del 2005 che hanno completamente distrutto il territorio, frane e alluvioni che quotidianamente durante la stagione delle piogge travolgono case e rovinano le strade.

Calamità con cui il popolo di Nias è abituato a convivere. In un certo senso si è arreso e vive senza la possibilità di immaginarsi un futuro.

Anche Meiman conosce bene la marginalità. È un ragazzo autistico di 14 anni che vive a Botomuzoi, un villaggio nell’area centrale di Nias. Vive in una piccola casa di legno con sua madre Ina Syukur e suo fratello maggiore di 16 anni, Syukur. A Nias i genitori alla nascita del primo figlio prendono il suo nome, Ina Syukur: la mamma di Syukur o Ama Syukur, il papà di Syukur. Ama Syukur è però morto due anni fa e da quel momento la famiglia è caduta in condizioni di estrema povertà. Prima di morire, l’uomo gestiva un piccolo warung, un chioschetto in cui vendeva bevande, dolcetti. La moglie, adesso, non ha più nessuna possibilità di portare avanti l’ormai fallita attività.

Anche Ina Syukur non può lasciare Meiman solo a casa per andare a lavorare. Il primogenito Syukur, infatti, dopo scuola va a raccogliere la gomma: rimuove dei sottili strati di corteccia dall’albero per ottenerne la resina. Anche questa attività ha un limite: la pioggia, che durante la stagione monsonica non si ferma mai. Se l’albero della gomma è bagnato, bisogna aspettare che si asciughi.

Meiman e la sua famiglia rientrano nel progetto CBR (Community Based Rehabilitation) gestito da Caritas Sibolga, i cui fondi arrivano da Caritas Italiana.

Con questo progetto, portato avanti dalle suore della congregazione Alma, facciamo visita ai bambini con disabilità nei villaggi di Nias, si offre loro una terapia e ai genitori la possibilità di praticarla quotidianamente ai loro figli.

Si opera con l’obiettivo di includere nella società questi bambini, culturalmente considerati come una sciagura che cade sulle famiglie, che in più non permette ai genitori di lavorare come dovrebbero.

Le suore di Alma mi raccontano che fino a sette anni fa era ancora viva a Nias la pratica del pasung: le persone con disabilità fisiche o psichiche venivano incatenate agli alberi. Hanno impiegato tantissimi anni per far interrompere questa pratica atroce. Si credeva che in queste persone ci fosse un demone, una maledizione. In Indonesia tale pratica è ancora, purtroppo, viva.

Con la CBR si offrono alle famiglie sementi locali come quelli di betelnut o cacao per permettere loro di avere qualcosa da vendere oppure si dà inizio a dei piccoli orti. La famiglia di Meiman ha un piccolo orto con cetrioli, fagiolini e mais.

Il progetto coinvolge un po’ tutta la comunità del villaggio, si organizzano dei gruppi di studio con i bambini, lezioni di inglese o indonesiano e si gioca tanto. Alle madri dei bambini spesso si insegna la preparazione di dolci o piatti tipici a base di prodotti locali a basso costo e largamente disponibili come la tapioca, piatti che potrebbero poi anche vendere.

Le madri dei bambini sono coinvolte anche in gruppi per il risparmio o il credito a rotazione, le arisan. Ognuno contribuisce con la stessa somma di denaro a ogni incontro, e può accedere all’intera somma di denaro accumulata. Le operatrici CBR chiedono alle donne di acquistare con almeno il 70% della somma piatti, bicchieri, pentole, cose per la casa che possano durare nel tempo.

A casa di Meiman non c’è nemmeno il bagno e come Meiman e la sua famiglia, tanti altri qui a Nias non hanno il bagno; per lavarsi vanno nella foresta. Il progetto CBR si occupa anche della costruzione di bagni molto semplici dove poter almeno raccogliere dell’acqua e lavarsi. In futuro, anche a Meiman verrà donato un bagno.

Incontro quotidianamente bambini e adulti che affrontano la povertà e tutte le difficoltà con grande dignità e coraggio.

All’arrivo di Indah ad Alma i bambini dell’orfanotrofio hanno dimostrato tutta l’empatia e il senso comunitario che li rende tanto preziosi. C’era chi le regalava giocattoli, chi pupazzetti, chi provava a parlarle e chi la imboccava quando non aveva voglia di mangiare.

Tutti erano d’accordo che l’arrivo di Indah era l’arrivo di un angelo: nonostante il suo triste passato, Indah non smette mai di regalare sorrisi.

De Andrè nel libro “Smisurate preghiere” di Cesare G. Romana racconta: “C’è chi riesce a trasformare il disagio in sogno, e chi non ci riesce, restando prigioniero di sé e degli altri, nello spazio ristretto d’una società che spariglia destini e fortune (…) dal desiderio irrealizzabile di eliminare il tempo per tornare a una condizione originaria in cui tutti siano uguali”.

*Casco bianco in Indonesia

Aggiornato il 19/09/23 alle ore 14:19