11 Maggio 2025

Impegno Caritas di papa Leone

Manuel Huapaya, Caritas Perù: “Vivere la carità non solo come un gesto di solidarietà, ma come un servizio trasformante ispirato dal Vangelo”.

A rendere ragione della natura di un uomo non bastano le prime parole, per quanto attente e curate. La biografia dice molto di più. Un uomo è in buona parte la sua storia, perché è lì, nella storia, che si incrociano le relazioni che fanno e continuano a generare la persona.

Manuel Huapaya Mendoza

L’apertura a “tutti coloro che hanno bisogno della nostra carità, la nostra presenza, il dialogo e l’amore” è una dichiarazione programmatica, che ha alle spalle un’esperienza di vita. Non è un caso che papa Leone, da vescovo di Chiclayo, in Perù, sia stato impegnato non solo nella pratica personale, ma anche nell’organizzazione comunitaria della carità.

Nella sua diocesi, Chiclayo, mons. Robert Francis Prevost, in quanto vescovo ha presieduto la Caritas diocesana. A livello nazionale è stato membro del Consiglio direttivo della Caritas del Perù, eletto nel 2021 e riconfermato nel 2022, in occasione della prima Assemblea generale annuale dei “vescovi associati” della Caritas del Perù. Si è dimesso dalla carica il 12 giugno 2023 per recarsi a Roma, quando papa Francesco l’ha chiamato a presiedere il Dicastero per i vescovi e la Pontificia Commissione per l’America Latina.

“Pace” è la parola più ricorrente nel primo discorso, la sera della sua elezione. “Quello della pace non è un tema estraneo a papa Leone”. A confermarlo è Manuel Huapaya Mendoza, Segretario generale di Caritas Perù dal 2022. “Nel suo periodo di sacerdote missionario (prima a Chulucanas e poi a Trujillo tra il 1985 e il 1998), ha dovuto confrontarsi con coloro che fomentavano il terrorismo in Perù, soprattutto nel Nord dove operava”. Ma per lui, sottolinea Huapaya Mendoza, “la pace ha un significato molto più ampio, non è solo l’assenza di guerra, è anche il modo di vivere. L’ideale di vita che la Chiesa proclama è profondamente legato al concetto di pace. Capiamo bene che, quando papa Leone parla di pace, il suo pensiero va ben oltre”.

Il vescovo Prevost, alluvione del 2023

Il nome scelto è un richiamo a Leone XIII, il papa che con l’enciclica Rerum Novarum (1891) ha accolto la sfida della rivoluzione industriale (“…e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro”, ha spiegato papa Leone) e dato i primi strumenti allo sviluppo della dottrina sociale della Chiesa a cui anche la Caritas si ispira.

La dottrina sociale è nel suo modo di agire, conferma il Segretario generale di Caritas Perù. “È sempre stato un uomo vicino alla gente, un missionario per vocazione, oltre che un pastore con grande chiarezza di pensiero e di azione. È sempre stato un uomo silenzioso, poco mediatico, ma con una grande sensibilità per chi soffre di più e si trova in situazioni difficili”.

Fin da giovanissimo, racconta Huapaya Mendoza, “la sua vocazione missionaria lo ha portato a essere presente nei luoghi più remoti del Paese, nelle periferie, e da lì a vivere la sua vocazione missionaria e sacerdotale”. Le sue priorità? “Prendersi cura di coloro che gli venivano affidati. Si è dedicato con grande attenzione alle persone migranti, ai campesinos. Soprattutto è stato loro vicino. Allo stesso modo si è preoccupato senza stancarsi per i suoi sacerdoti, affinché potessero svolgere adeguatamente il loro servizio pastorale”.

Foto: Caritas Chiclayo

A Chiclayo, conferma il Segretario generale, ha svolto il ruolo di presidente della Caritas diocesana, “esprimendo sempre un profondo apprezzamento per la missione della Caritas, riconoscendola come una manifestazione concreta dell’amore cristiano. La sua vicinanza ai poveri e la sua sensibilità alla sofferenza riflettono un impegno pastorale autentico e coerente”.

“Con umiltà e fermezza, ha incoraggiato a vivere la carità non solo come un gesto di solidarietà, ma come un servizio trasformante ispirato dal Vangelo”.

Così anche nel Consiglio direttivo di Caritas Perù “ha sempre portato la chiarezza del suo pensiero, la puntualità del suo servizio e la sua vicinanza di pastore”.

Mons. Guillermo Antonio Cornejo Monzón, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Lima, è presidente di Caritas Perù. Conosce bene papa Leone. È lui che lo ha sostituito, come amministratore apostolico, fino alla nomina di un nuovo vescovo per la diocesi di Chiclayo.

Se gli si chiede un passo evangelico caro al nuovo papa, non ha dubbi (come ha detto in un’intervista a Latina Noticias il 10 maggio): “Matteo, capitolo 25: ho avuto fame, ho avuto sete, ero straniero, nudo, malato, in carcere… Un uomo sempre impegnato per il prossimo, soprattutto con chi soffre di più”.

Nella prima reazione social di Caritas Perù c’è già tutto:

“Durante la sua missione in Perù, papa Leone XIV ha lasciato più che solo parole: ha lasciato azioni. In tempi difficili come la pandemia Covid e il ciclone Yaku, ha promosso opere sociali, ha visitato i più vulnerabili, ha raggiunto i luoghi dove c’era più bisogno. Il suo lavoro di vescovo si è trasformato in cibo, riparo, istruzione e speranza. Una presenza che non solo ha toccato i cuori, ma ha anche cambiato le vite.

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Aggiornato il 12/05/25 alle ore 06:46