La voce di Caritas alla COP30 di Belém
La COP30 di Belém, nel cuore dell’Amazzonia, ha visto una forte partecipazione della rete Caritas, in particolare dalle Caritas dell’America Latina e dei Caraibi. Un impegno condiviso anche da Caritas Italiana, presente nel sostenere il lavoro delle comunità più vulnerabili e nel promuovere una visione della risposta alla crisi climatica che tenga insieme ambiente, diritti e pace.
L’intervento di Caritas a Belém si è inserito all’interno di una più ampia mobilitazione della rete cattolica internazionale – tra cui Caritas Internationalis, CIDSE e Pax Christi -che ha ribadito un principio chiave:
“non esiste vera pace senza giustizia climatica, e non esiste giustizia climatica senza pace”.
Gli eventi climatici estremi stanno alimentando instabilità, migrazioni forzate e conflitti per le risorse. Mettere al centro la dignità umana significa quindi collegare la lotta al cambiamento climatico alla costruzione di un ordine internazionale più giusto e solidale. A Belém, è stata ribadita l’urgenza di mettere le comunità più colpite al centro delle scelte politiche. Le esperienze raccolte nella rete Caritas mostrano come chi ha meno strumenti per difendersi sia spesso il più esposto agli impatti del cambiamento climatico.
Il 12 novembre si è svolto l’evento “The moral imperative of climate finance: tackling green debt on a jubilee year”, organizzato da Caritas Internationalis insieme ad altre realtà della rete cattolica.
L’incontro ha riunito rappresentanti della società civile, delegati della Conferenza e membri delle comunità provenienti da Filippine, Haiti, Amazzonia e America Centrale. Attraverso testimonianze concrete è emerso un quadro condiviso: molti Paesi tra i più colpiti dagli impatti del cambiamento climatico devono destinare una parte enorme delle proprie risorse al pagamento del debito estero. Questo limita la possibilità di investire in prevenzione, ricostruzione post-disastri e misure di adattamento, aggravando vulnerabilità già profonde.

Caritas definisce questa dinamica una forma attuale di ingiustizia e dipendenza, che colpisce proprio chi ha meno responsabilità nella crisi. Da qui l’appello della rete: investire davvero nell’adattamento, soluzioni reali sul debito climatico e strumenti che aiutino le comunità a proteggersi.
Caritas è alla COP30 con un messaggio chiaro: la crisi climatica riguarda innanzitutto le persone. Per questo è fondamentare dare voce a chi vive gli impatti del cambiamento climatico, denunciando le disuguaglianze del sistema internazionale che aggravano vulnerabilità e povertà.
Da Belém emerge un messaggio chiaro:
Aggiornato il 21/11/25 alle ore 08:49“Non stiamo chiedendo misericordia, ma responsabilità.”


