03 Luglio 2023

Com’era l’Italia della “dolce vita”

Estate: mare, montagna, città d’arte, momenti di relax, dove anche la quiete dovrebbe essere rispettata; dovrebbe, poiché in un pomeriggio, dove si sente solo il frinire delle cicale in un coro assordante, basta una radio, ed ecco che parte una canzone, il continuo “bombardamento” dai mezzi di comunicazione e quel “pezzo” diviene il tormentone d’estate.
Testi semplici, allegri, orecchiabili, eppure le canzoni dell’estate, dicono molto su come siamo cambiati dagli ultimi ’60 ad oggi.


D’altronde, eravamo negli anni del boom economico, dove i juke-box la fanno da padrone e l’Italia inizia una corsa vorticosa che cambierà composizione sociale, sistema economico, equilibri politici. Una prima ventata di benessere dopo l’orrore e la miseria della guerra. La popolazione si rimescola, cambiano lo stile di vita, il costume, i bisogni ed anche i desideri.


Valerio Castronovo L’Italia del miracolo economico (Laterza, pagine 149) sottolinea come persistono gli squilibri fra nord e sud, non si interviene sull’evasione fiscale, il lavoro nero, la speculazione edilizia e certa cultura tradizionale non demorde.


Sono, come scrive Giuseppe Lupo Gli anni del nostro incanto (Marsilio Editore, pagine 160) il periodo più esaltante e contraddittorio del secolo scorso: gli anni del boom, soffermandosi sull’atteggiamento di dissenso che la letteratura (più che il cinema o le canzoni) ha espresso nei confronti del miracolo economico, dove anche i gesti assicuravano il passaggio verso un’epoca che chiudeva definitivamente i conti con il passato, si percorreva la via del benessere: frigoriferi, lavatrici, televisori, automobili, lambrette, giradischi.


Anche il vocabolario degli anni Sessanta includeva i termini di una tecnologia domestica e confortevole, era il termometro dei cambiamenti avvenuti di cui il cinema e la letteratura avrebbero narrato come cartoline di un’Italia in bianco e nero, che ride spensierata, una “dolce vita” potenzialmente eterna, ma che già preavverte i segni di un declino. Guido Crainz Il paese mancato. Dal miracolo economico agli anni Ottanta (Donzelli, pagine 627) descrive l’’Italia di quegli anni come un paese in bilico fra il vecchio e il nuovo, parafrasando una nota canzone, si potrebbe dire che si passa dall’’estate sta finendo”, all’”autunno caldo”, gli anni cupi della “strategia della tensione”, anni che vedono un’offensiva terroristica senza paragoni.
Periodo unico, irrepetibile e parafrasando Charlie Brown “…. Le estati volano sempre, gli inverni …. camminano!