18 Novembre 2025

L’ingiustizia climatica

Il direttore di Caritas Filippine racconta l’impatto dei tifoni e l’appello alla COP30 per chi soffre di più

Padre Tito Caluag è il direttore di Caritas Filippine. Come in tutte le emergenze da subito ha coordinato insieme al proprio staff gli interventi nella primissima risposta a seguito dei due devastanti tifoni che hanno colpito le Filippine nelle settimane scorse.

Padre Tito, come è la situazione al momento?

I tifoni, particolarmente Il secondo, sono stati molto violenti. La zona più colpita è sempre la stessa ma in realtà il fronte del tifone e quindi delle precipitazioni è stato molto ampio ed ha interessato un po’ tutto il Paese. In forma preventiva il governo ha evacuato oltre un milione di persone. Grazie a ciò le vittime sono state relativamente poche ma i danni provocati dalle inondazioni, dalle abbondanti piogge, dai venti e dagli smottamenti sono stati veramente ingenti. Molte persone ancora non possono rientrare nelle proprie abitazioni distrutte o semidistrutte, i raccolti sono rovinati, moltissimi animali sono morti e alcune infrastrutture importanti per la comunicazione, sia stradale sia internet, fortemente danneggiate.

Padre Tito Caluag, direttore Caritas Filippine

Caritas Filippine, che ha una lunga esperienza di interventi di emergenza, si è attivata da subito…

Sì, Immediatamente dopo il secondo tifone le squadre del Centro nazionale e dalle diocesi si sono attivate per la raccolta di dati, la lettura dei bisogni e il coordinamento.
La situazione è resa più grave dal fatto che già gli uffici diocesani erano impegnati nelle operazioni di soccorso e riabilitazione successive al primo tifone del mese di ottobre.
E anche la popolazione stava cercando di risollevarsi da quella prima emergenza.
Caritas Filippine coordina gli interventi delle varie diocesi unitamente a Caritas internationalis ad alcune Caritas del network, alle Agenzie delle Nazioni Unite e ai governi locali e nazionali.

Le Filippine sono un paese abituato a questo tipo di emergenze. la situazione sta peggiorando o siete ormai “abituati” a questo tipo di calamità?

È vero, il nostro Paese essendo tropicale e formato da isole nell’oceano è naturalmente soggetto a tifoni e cicloni di diversa intensità e gravità.
Di certo, però, negli ultimi anni c’è un aumento sia in termini di numeri sia in termini di intensità di questi fenomeni naturali. Se fino a uno o due decenni fa si riscontravano solo alcuni tifoni di grave entità, ora la loro frequenza è notevolmente aumentata. Questo, visto anche in un’ottica più ampia che guardi a tutta la regione asiatica e poi a livello globale, non può che essere ascritto ai danni provenienti dal cambiamento climatico.

Proprio ora si sta preparando la COP30 a Belen. Qual è il messaggio che se potesse porterebbe in quello spazio globale? In questi giorni lei è in Italia nel quadro più ampio del gemellaggio con la delegazione Caritas della regione Emilia-Romagna. Come vede il collegamento tra questo e quello che sta succedendo nel suo Paese?

Porterei di sicuro la voce delle persone più povere e più emarginate delle nostre terre: sono loro a soffrire gli effetti più gravi del cambiamento climatico ma non sono di certo loro tra i primi ad averli provocati.
Chiederei maggiore realismo e meno politica: per noi il cambiamento climatico non è un tema di discussione o di baratto politico. Si tratta di una quotidianità che lascia molte persone senza vita, senza casa e senza speranza per il futuro.

Chiederei maggiore realismo e meno politica: per noi il cambiamento climatico non è un tema di discussione o di baratto politico. Si tratta di una quotidianità che lascia molte persone senza vita, senza casa e senza speranza per il futuro

Padre Tito Caluag, direttore Caritas Filippine

In questi giorni lei è in Italia nel quadro più ampio del gemellaggio con la delegazione Caritas della regione Emilia-Romagna. Come vede il collegamento tra questo e quello che sta succedendo nel suo Paese?

I collegamenti ci sono e molto forti: anche nel nord globale così come nel nostro Sud globale il cambiamento climatico si fa sentire.
È necessario quindi un intervento unitario, anche come rete Caritas, nell’apprendere reciprocamente dalle esperienze e dagli interventi di ciascuno.
Da questa missione legata al gemellaggio sto imparando molti modi diversi rispetto a quelli che usiamo noi per rispondere ai bisogni delle povertà locali. Con la consapevolezza che tutto va declinato al proprio contesto porto a casa nuove conoscenze, una nuova profezia della carità e la consapevolezza che solo nella relazione e nell’apprendimento reciproci possiamo portare sviluppo sostenibile.

Alcune delle zone colpite dalla violenza dei tifoni

Aggiornato il 18/11/25 alle ore 10:37