29 Aprile 2022

L’abitare nel Pnrr: occasione da non sprecare

Il Pnrr non dà grande attenzione agli interventi per incrementare l’offerta abitativa, in particolare a basso costo. Ma le riforme restano possibili


Il Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è la grande sfida che l’Italia deve affrontare per garantirsi un futuro di stabilità e di armonia sociale. Era quindi naturale attendersi misure che nel medio periodo affrontassero uno dei punti cruciali di coesione economico-sociale: la carenza di un’offerta abitativa a canone commisurato ai redditi da lavoro, che è uno dei fattori di blocco e di profonda diseguaglianza nel nostro Paese. Nel Quaderno “Casa e abitare nel Pnrr (pubblicato di recente da Caritas Italiana, primo di una serie di approfondimenti settoriali dedicati ai vari elementi del Piano), vengono esaminati i segmenti delle “Missioni” del Pnrr che interessano il tema della casa e dell’abitare e che comprendono aspetti collocati in parti diverse del documento ufficiale.

Le sei Missioni del Pnrr


Abitare: funzione complessa
Il Pnrr non contempla nella prima scala di priorità la qualità urbana e tanto meno l’abitare. È stato perciò necessario rintracciare nelle sue varie parti gli elementi che concernevano il tema dell’abitare. Che è peraltro una funzione complessa, la quale chiama in causa l’organizzazione della città, i suoi servizi essenziali e sociali e la residenzialità vera e propria. Quest’ultima è composta a sua volta da qualità e adeguatezza dell’edilizia residenziale e da fattori quali tariffe, canoni, accessibilità e molti altri aspetti che decidono della qualità dell’esistenza di ciascuno.

Il Pnrr non ha posto grande attenzione né dato specifico spazio finanziario agli interventi per incrementare l’offerta abitativa, in particolare a basso costo. Tuttavia il documento dedica risorse alla ristrutturazione del patrimonio di edilizia pubblica in condizioni precarie e ricorda la necessità di affrontare le urgenze delle persone senza dimora e lo scandalo dei lavoratori stagionali in agricoltura.

Il totale dei finanziamenti considerati nel Quaderno è pari a 13,95 miliardi di euro, che con i fondi del Superbonus 110% salgono a 27,5 miliardi di euro, tutti da spendere entro l’anno 2026. Data l’impossibilità di risalire alla quota di alloggi pubblici che usufruiranno del Superbonus 110% (al netto del fondo complementare per l’Edilizia residenziale pubblica), ci si è concentrati maggiormente sui circa 14 miliardi di euro destinati a misure che riguarderanno (in parte) soluzioni abitative, ad esempio: alloggi per studenti (1 miliardo di euro di investimento), alloggi per anziani e disabili (500 milioni di euro per ciascun target), housing per senza dimora (450 milioni di euro), programmi per l’abitare, piani urbani integrati e progetti di rigenerazione urbana (8,55 miliardi di euro), riuso di beni confiscati alle mafie (300 milioni di euro) e, infine, superamento di insediamenti abusivi per lavoratori in agricoltura (272 milioni di euro).

Quale attenzione per le fasce più deboli?
L’analisi del contenuto del Piano nazionale di ripresa e resilienza e del suo Fondo complementare nonché delle loro prime misure attuative e operative, conferma la difficoltà del nostro Paese nel confrontarsi con una politica per l’abitare che consideri con priorità le necessità dei ceti meno abbienti. Il settore delle politiche abitative necessita infatti da molto tempo di un insieme strutturato di interventi rivolto a una più efficace regolazione dell’intervento pubblico per l’edilizia sociale e diretto a potenziare l’offerta verso le fasce deboli del mercato.

Pnrr: occasione irripetibile per mettere in atto
le riforme necessarie a riparare lacune che
nel settore abitativo si sono allargate per decenni

Quella del Pnrr era, e in parte potrebbe ancora essere, una occasione irripetibile per definire e mettere in atto le riforme necessarie a riparare le lacune che nel settore abitativo si sono allargate, nel corso dei decenni, dopo il trasferimento di competenze alle regioni, a causa di interventi legislativi sporadici e talvolta ispirati a interessi di brevissimo momento. Nell’insieme delle misure del Pnrr e del Piano complementare che interessano i temi dell’abitare si coglie, purtroppo, l’assenza di definizione dei fabbisogni e la mancanza di strumenti giuridici e di pianificazione per l’integrazione dei fattori demografici, sociali e delle connesse funzioni di residenzialità e dei servizi relativi.

Riqualificare i contesti abitativi del nostro Paese: sforzo indispensabile per la sua coesione


Di conseguenza non vengono posti  tempestivi, chiari e articolati obbiettivi in termini di pianificazione e organizzazione del tessuto urbano e dei servizi di welfare per il finanziamento dei programmi da predisporre da parte degli enti locali con il più ampio possibile concorso di attori locali, imprese, non profit e cittadini. Non esiste, del resto, nemmeno una parvenza di Osservatorio nazionale sulla condizione abitativa che possa fungere da punto di aggregazione della conoscenza di scambio di best practice, anche per la stima dei fabbisogni. In altri settori, quali gli alloggi per studenti universitari, nel Quaderno si evidenziano le insidie di un’apertura agli operatori di mercato in presenza di regole inadeguate.

Essenziale la collaborazione tra Comuni e volontariato
Per questa ragione ai Comuni italiani è richiesto, oltre all’eccezionale sforzo in termini di organizzazione della capacità di spesa, un ulteriore impegno, anch’esso particolarmente complesso: quello di collegare tra loro, nella dovuta scala territoriale e nel rapporto tra le diverse scale territoriali, le richieste di accesso ai tanti diversi fondi che hanno rilievo per le politiche dell’abitare. I comuni dovranno considerare che con ogni probabilità questa integrazione sarà più efficiente e operativa se l’amministrazione saprà aprirsi alla collaborazione e al coinvolgimento del volontariato e della creatività sociale, acquisendo nuovi punti di vista, nuove competenze ed energie.

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Ne risulteranno arricchiti obbiettivi e progetti anche per la possibilità di attingere alle risorse sottoutilizzate. Il grande valore della trasparenza, infine, se perseguita con rigore, potrà manifestare la propria capacità di immediata semplificazione di processi che sono e rischiano di restare altrimenti bloccati da attriti di potere. Il Quaderno si conclude con una serie di proposte per migliorare l’efficacia del Pnrr sotto il profilo della sua attuazione.

Aggiornato il 02/05/22 alle ore 16:57