In Piemonte il “Piccolo Tour” dei giovani toscani
Sette giovani e il direttore della Caritas diocesana di Massa Marittima – Piombino hanno partecipato alla visita di conoscenza promossa all’interno di “ProMotori di cambiamento”, il progetto 8xmille che incoraggia il protagonismo giovanile nel territorio. Ecco com’è andata.
Un “ponte” al freddo: sicuramente il clima non è stato benevolo per il gruppo partito venerdì 8 dicembre da Piombino per la visita studio promossa dalla Caritas diocesana all’interno del progetto 8xmille dedicato ai giovani del nostro territorio. Ma è stata tanta l’energia che le esperienze incontrate in Piemonte hanno trasmesso a questi ragazzi e ragazze; stimoli da riportare nei loro territori in vista dell’impegno che già promuovono a favore dei giovani (a volte con fatica) nelle loro parrocchie.
Da Melle, comune in provincia di Cuneo abitato da circa 300 residenti, a Santena, periferia del capoluogo della regione con circa 10.000 abitanti, fino alla grande città, la Torino prima capitale d’Italia.
MELLE: GLI “ANTAGONISTI” RESTANO
In questo piccolo comune di montagna, la prima tappa, accolti da una fitta nevicata. Questo paese ai piedi del Monviso è caratterizzato dalla fuga dei giovani. Il comune offre infatti poche occasioni sia a livello lavorativo che di svago, per cui i giovani preferiscono spostarsi in contesti a loro più congeniali. Tutti o, meglio, quasi tutti: sicuramente non le due persone che hanno deciso di rimanere e animare quel territorio. Da qui l’idea di incontrare gli “Antagonisti” ovvero «coloro che hanno scelto di andare controcorrente», persone che, supportate dai propri studi e dalle loro competenze, hanno scelto di investire prima nella produzione di birra e poi su una serie di attività che al momento stanno continuando a far sì che questo comune continui a esistere: iniziative culturali non solo per i turisti ma anche per i cittadini, un ristorante di cucina tipica locale e l’ostello dove il nostro gruppo ha pernottato. Creato ad hoc nella sede della vecchia scuola elementare (abbandonata), è un posto molto moderno e accogliente costruito in gran parte con materiale riciclato o recuperato. Oggi gli “Antagonisti” sono diventati una cooperativa sociale che dà lavoro in maniera continuativa a 22 persone.
SANTENA: PROMOZIONE DI CULTURA E TRADIZIONI
Il giorno dopo, partenza per Santena, uno dei comuni alle porte della città di Torino. Qui l’incontro con due realtà giovanili: l’associazione che gestisce il centro giovanile del paese e la cooperativa “Exeat”, che ha recuperato lo spazio dell’ex mattatoio dove cura un ristorante che promuove la cultura, la cucina locale e attività socio-culturali. Pochi ma essenziali gli ingredienti che queste testimonianze hanno lasciato al gruppo piombinese: l’attenzione all’altro, in questo caso il giovane, la voglia di stare insieme del gruppo, la passione che muove la progettualità del fare e la capacità di accogliere imprevisti e nuove opportunità; il tutto condito dalla necessità di essere in rete, dialogare con chi già era presente ottimizzando così spazi, risorse e occasioni.
TORINO: IL MIGRANTOUR
Sempre sabato, arrivo a Torino e, nonostante nebbia e gelo, il MigranTour, promosso dalla Agenzia “Viaggi Solidali”, una visita guidata della città leggermente diversa dal normale: sono i migranti in questo caso ad accompagnare i gruppi, facendo scorgere prospettive dimenticate dal turismo di massa. Passeggiata lungo le vie di Porta Palazzo, dove centinaia di etnie e voci si incontrano ogni giorno tra le bancarelle del famoso mercato. È stato Hassan la guida del gruppo, un siriano scappato dalla guerra, che ha raccontato la città con gli occhi del migrante che arriva in un posto nuovo e sconosciuto facendo conoscere il contributo che le varie comunità straniere hanno poi apportato alla città. Il giorno dopo, infine, conclusione del viaggio in una delle realtà più belle riguardo l’attivazione e il protagonismo dei giovani: il Servizio Missionario Giovani (Sermig). Nato come gruppo giovani missionari, su iniziativa del banchiere Ernesto Olivero, ha attirato tanti giovani che si sono spesi per trasformare un ex arsenale dove venivano prodotte le armi per la prima e la seconda guerra mondiale in un luogo di pace: oggi, al di là dei tanti servizi che offre sia alla città (accoglienza per donne e madri con bambini, dormitorio per uomini, scuola di musica, poliambulatorio per non abbienti, scuola per migranti ecc.) che a Paesi del Sud del mondo, il Sermig rappresenta la testimonianza che veramente, come disse La Pira al fondatore citando il profeta Isaia «i posti dove si fanno le armi diventeranno luoghi di pace».
Aggiornato il 21/12/23 alle ore 16:12