04 Gennaio 2024

Impegno, genuinità e competenza

Sono le tre regole per comunicare bene secondo quanto emerso dal corso sullo storytelling a Fermo. Gli allievi della Scuola Jack London hanno realizzato dei lavori. Disponibili qui

Si è concluso il percorso di formazione “Storytelling per il cambiamento sociale” che si è svolto a Fermo, nelle Marche, presso la sala incontri della Caritas diocesana. Era rivolto alle associazioni di volontariato ed enti impegnati nel Terzo settore e diretto a far acquisire nuove competenze nel campo della comunicazione e in particolare della comunicazione sociale.

Leggi l’articolo dello scorso ottobre, a chiusura della prima parte del corso

Il programma del corso, che si è svolto da ottobre a dicembre scorsi

Durante il percorso è emersa l’importanza della “buona comunicazione” in un contesto di grande trasformazione e di forte digitalizzazione della comunicazione, con cambiamenti che coinvolgono l’interno settore e anche il giornalismo, a livello nazionale e locale.

Negli ultimi anni, infatti, si sono verificati forti cambiamenti che richiedono una nuova consapevolezza dell’importanza della comunicazione e della necessità di acquisire nuove e specifiche competenze. Per gli enti del Terzo settore (e anche per la Caritas), la comunicazione è sempre più importante e “per fare il bene” diventa sempre più essenziale anche la capacità di raccontare e di coinvolgere.

Lo storytelling diventa sempre più importante sia per far conoscere le attività sia per coinvolgere volontari e sostenitori:

fondamentale la chiarezza della comunicazione e l’integrazione tra i diversi canali (tradizionali, offline e online) e rapidità della comunicazione moderna.

Da tutti i partecipanti è stata sottolineata l’importanza della modalità laboratoriale scelta per la formazione, che ha avuto anche il merito di coinvolgere associazioni ed enti del territorio impegnate in settori diversi tra loro (con alcuni partecipanti che approfondivano per la prima volta i temi della comunicazione e che hanno contribuito al dibattito con le loro domande e la forte curiosità).

Le associazioni proponenti e il CSV Marche, che ha finanziato l’iniziativa nell’ambito del bando per la formazione partecipata, sottolineano proprio l’importanza della condivisione e della collaborazione tra enti e associazioni diverse, ma impegnate nel territorio per favorire il benessere e la coesione territoriali, sostenendo le persone e famiglie più fragili.

Elemento particolarmente significativo del progetto è stato il coinvolgimento, nelle fasi finale del corso, di un gruppo di giovani allievi tra giornalisti e fotoreporter della scuola di letteratura e fotografia Jack London, che ha sede a Fermo.

Il coinvolgimento di questi giovani è stato particolarmente importante e stimolante: gli allievi della Scuola Jack London hanno realizzato, infatti, dei veri e propri reportage (con la supervisione dei docenti della scuola) intervistando volontari e operatori, visitando tre realtà del territorio impegnate nel sociale, nella solidarietà, nella cittadinanza attiva e nel coinvolgimento dei giovani.

I giovani giornalisti, divisi in tre gruppi, hanno utilizzato approcci narrativi diversi tra loro tipici del giornalismo sul campo e hanno potuto offrire uno sguardo dall’esterno, profondo e intimo, che racconta le attività impegnate nel territorio.

I tre lavori dei ragazzi:

Progetto dedicato all’associazione “Famiglia nuova”, consultorio familiare che svolge numerose iniziative nel territorio diocesano

“Mamma, esco a fare due passi”, un viaggio dentro la social radio che porta cultura e promozione sociale a Fermo

Progetto sull’orto sociale della Cooperativa sociale Tarassaco, che si occupa del reinserimento di soggetti svantaggiati nel mondo del lavoro

Molto rilevante anche la capacità di integrare i diversi strumenti di comunicazione,  mettendo in evidenza non solo le attività, ma anche le storie dei protagonisti: i volontari impegnati nel “fare il bene” e anche i beneficiari stessi, che ricevono sostegno e che spesso contribuiscono anche loro al percorso di crescita della comunità stessa.

Il confronto tra tutti i partecipanti, il coinvolgimento di figure professionali diverse tra loro (giornalisti, specialisti di media digitali, fotografi, scrittori ecc.) accanto ai giovani allievi sono elementi che hanno posto le basi per un percorso formativo particolarmente stimolante: e ora, tra i partecipanti, già si riflette su come continuare questo percorso. 

C’è, infatti, in molti volontari la consapevolezza che «non si può non comunicare» e che è importante «raccontare bene il bene».

Bisogna, quindi, essere capaci di trasmettere la passione e l’impegno con cui l’organizzazione realizza la propria missione. E bisogna farlo scegliendo il linguaggio “giusto” rispetto al contesto in cui la comunicazione avviene. Per dirla in poche parole, non basta fare bene il proprio lavoro: è necessario essere capaci di comunicarlo condividendo idee, percorsi, progetti.

Aggiornato il 05/01/24 alle ore 11:10