Gandhi, una vita per la nonviolenza
Il 30 gennaio prossimo saranno 76 anni, allorquando alle cinque e un quarto del pomeriggio, un signore attraversò il giardino di casa. Aveva 78 anni, ma era agile ed arzillo. Accompagnato da due pronipoti, stava andando alla preghiera ecumenica. Era in ritardo, poiché pregava sempre alle cinque precise. Ma oggi stava parlando con un collega e non si accorse dell’ora, attraversò direttamente il giardino, senza fare la solita deviazione, lì incontrò un uomo che dapprima inchinò leggermente il busto in segno di reverenza, poi estrasse una pistola e gli sparò tre colpi. L’anziano morì sull’erba, dicendo “Oh Dio”. L’uomo era Gandhi.
La vasta bibliografia ha variamente interpretato la sua personalità e più di un grande leader politico, fu un profeta religioso e un uomo di grande rigore morale; ogni epoca, ogni biografo, ogni storico ha descritto il proprio Gandhi, Giorgio Borsa Un uomo di pace che divenne la fiera anima di un popolo (Bompiani, pag. 222).
Resta il fatto che l’India ebbe fiducia in lui, per milioni di indiani egli era l’incarnazione della verità e possedeva lo straordinario potere di rendere possibile l’impensabile; e furono con lui personaggi come Nehru e Tagore, che gli diede l’appellativo di Mahatma, “grande anima”.
Christine Jordis Gandhi (Feltrinelli, pag. 253). Educato nella religione indù, istruito nella cultura occidentale, avvocato di successo, Gandhi abbandona tutto per battersi a favore dei diritti delle libertà e dignità di tutti i popoli indiani. Se l’indipendenza dell’India dalla dominazione inglese avvenne senza rivoluzioni e senza guerra, lo si deve a questo piccolo uomo che amava anche i suoi avversari e che sapeva suscitarne il rispetto.
Il suo nome è ormai divenuto sinonimo di pace e di ribellione nonviolenta, e forse mai come oggi è importante conoscerne il messaggio. L’ideologia pacifista, la strenua, indefessa fiducia nella necessità della non violenza, la difesa dei diritti e della libertà del singolo e dei popoli, l’uguaglianza delle genti, la sacralità del lavoro e della famiglia: principi che per Gandhi, non costituiscono tanto un messaggio nuovo e rivoluzionario da propagandare al mondo intero, quanto dei valori essenziali e inalienabili dell’uomo, che fanno parte della sua intima natura e come tali vanno sostenuti.
Ben lo spiega egli stesso, Mohandas K. Gandhi Il potere della non-violenza (Newton Compton, pag. 1008) dove emerge con tutta la forza ed il coraggio, la limpida onestà morale che la sua presenza rappresenta nella storia contemporanea.