La nostra vita, oltre lo spreco
Viviamo per consumare o consumiamo per vivere? La cultura dello spreco domina la società moderna. Studiosi hanno analizzato il fenomeno nei suoi aspetti economici, sociali e ambientali. Una buona sintesi di questi studi è contenuta nell’ormai classico Stuart Tristram Sprechi. Il cibo che buttiamo, che distruggiamo, che potremmo utilizzare (Bruno Mondadori, pagine 368).
Ma molti soggetti si sono mobilitati, con diversi progetti e approcci, per attivare sistemi virtuosi di recupero degli “scarti”, a cominciare da quelli alimentari. In alcuni casi, questi alimenti recuperati arrivano direttamente sulla tavola dei più bisognosi: è “cibo della solidarietà”, di cui racconta Antonio Galdo Non sprecare (Einaudi, pagine 170), anch’esso ormai un classico sulla materia, che racconta esperienze e idee di coloro che hanno scelto di non “sprecare se stessi”, rifiutando la china che conduce al consumo inconsapevole di tutto ciò che compone la nostra vita.
Allievo di don Lorenzo Milani alla Scuola di Barbiana, coordinatore del Centro Nuovo Modello di Sviluppo di Vecchiano (Pi), che focalizza la propria attività sui problemi connessi ai rapporti disuguali tra Nord e Sud del mondo, Francesco Gesualdi Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti (Feltrinelli, pagine 163) è un testo che non mostra i quasi 20 anni che ha e sottolinea come il mondo sieda su due bombe: la crisi ambientale e quella sociale. Mentre le risorse si fanno sempre più scarse, i segnali relativi al cambiamento climatico indicano che gli equilibri naturali si stanno alterando, mentre nel contempo la maggior parte della popolazione mondiale non riesce a soddisfare neanche i bisogni fondamentali. Ci troviamo di fronte a un dilemma: più crescita economica per uscire dalla povertà, o meno crescita economica per salvare il pianeta? È possibile passare dall’economia della crescita all’economia del limite, facendo vivere tutti in maniera sicura? Il libro dimostra che è possibile, purché si mettano in atto quattro rivoluzioni che riguardano stili di vita, tecnologia, lavoro ed economia pubblica.
Lo spreco, da atto negativo, può paradossalmente trasformarsi in occasione positiva, per uscire dalla crisi e dalle paure che animano il nostro tempo. È necessario, però, approfondire il concetto di “logica della sufficienza”. Andrea Segrè Elogio dello -spr+co. Formule per una società sufficiente (Emi, pag.112) propone una guida per l’“economia della sufficienza”, uno stile di vita alla portata di tutti. Per supportare la formula del titolo, l’autore riporta una serie di immagini ed esperienze che conducono sulla via della cooperazione e dello sviluppo, dell’economia del dono e della sobrietà.