28 Luglio 2023

Ricordando Hiroshima e Nagasaki

Anche quest’anno, l’appuntamento è nel parco della Pace di Hiroshima per commemorare l’88° anniversario del bombardamento atomico sulla città giapponese. Leggeremo e sentiremo dai media che alla presenza delle autorità e di una delegazione degli “Hibakusha”, i sopravvissuti al disastro nucleare, il rintocco della campana suonerà alle ore 8.15 locali, nell’ora esatta di quel 6 agosto del 1945 in cui l’ordigno atomico fu sganciato dal bombardiere americano (di lì a tre giorni, il 9 agosto, ne verrà sganciato un altro su Nagasaki).


Stephen Walker, Appuntamento a Hiroshima (Longanesi, pagine 367) ricostruisce in una narrazione appassionante le tre settimane che condussero al primo bombardamento. Lo fa raccogliendo e testimonianze degli uomini che compirono la missione (la maggior parte di essi non era a conoscenza dell’esistenza della bomba atomica) degli scienziati che costruirono la bomba, gli ultimi sforzi diplomatici per cercare un modo onorevole per uscire dal conflitto.


Ma a distanza di anni, ancora oggi, ci si chiede:” Fu giusto o sbagliato sganciare quell’ordigno? L’utilizzo delle bombe atomiche che ha devastato il Giappone alla fine della seconda guerra mondiale fu davvero la scelta peggiore che si potesse fare?”. Paolo Agnoli Hiroshima e il nostro senso morale. Analisi di una decisione drammatica (Guerini e Associati, pagine 264) cerca di rispondere ai quesiti, descrivendo il percorso che condurrà l’America a prendere questa drammatica decisione come un susseguirsi di scelte tragiche e di dilemmi etici: scoperte scientifiche, dubbi e crisi di coscienza.


Sicuramente aveva ragione Gunter Anders Diario di Hiroshima e Nagasaki. Un racconto, un testamento intellettuale (Edizioni Ghibli, pagine 209) uno dei fondatori del movimento antinucleare mondiale, che raccontando l’orrore degli effetti delle due bombe, sottolinea in maniera netta la propria posizione: “…..L’atomica è l’abominio dell’uomo che usa la tecnica per annullare il futuro d’intere nazioni. Contro questo strapotere usato male, la via di salvezza non è un naturalismo naïf, ma la capacità di restare umani”.
A questo proposito, Papa Pio XII, l’8 febbraio 1948 Pio XII, alla Pontificia Accademia delle Scienze dichiarò categorico: “Ogni branca della scienza diretta da scienziati degni di questo nome tende a realizzare l’amore per gli altri uomini. Per quanto riguarda le applicazioni concrete, la scienza pratica l’amore per gli uomini al cui servizio pone se stessa al fine di fornire loro ogni tipo di buona cosa”.