27 Novembre 2023

Un calendario “civile”

Siamo giunti ormai alla fine di questo anno ed è già cominciata la “corsa” per il nuovo calendario da muro, da tavolo, pocket. In questa frenesia che ormai contagia tutti, sul nuovo calendario, dovremo segnare tutte le date, ricorrenze che ci riguardano, oppure ricorrenze storiche di tutto il mondo, ma ancor prima di iniziare, esso si presenta già fitto di date speciali, di giorni segnati e così 250 date risultano occupate da ricorrenze laiche, civili, spesso bizzarre. Nessun giorno è un giorno qualunque, poiché è legato ad esempio a concetti astratti, salvaguardia di animali, organizzazioni nazionali e internazionali. Se siete amanti dei gatti, dovrete celebrarli il 17 febbraio; per ridere il giorno più giusto è il 14 maggio (giornata della risata); per andare un po’ più lenti del solito, il giorno é il 27 febbraio. Tra le giornate celebrative più improbabili, quella del 30 novembre, il Buy Nothing Day, il giorno in cui non comprare niente.


Ma accanto alle ricorrenze più strambe, si ripetono giornate molto più istituzionali pensate per promuovere la riflessione su temi seri e drammatici: violenza sulle donne, difesa dei rifugiati, omofobia, schiavitù. E’ così che il calendario diventa a tutti gli effetti “civile”, facendosi memorandum e monito. Impossibile seguire e ricordare tutte le giornate celebrative, ma certo è che il loro consistente numero testimonia una “volontà di memoria” nel più dei casi lodevole. ma l’idea stessa di calendario ha a che fare con l’inestinguibile ossessione dell’archivio, della registrazione del tempo. Daniel Rosenberg, Anthony Grafton Cartografie del tempo. Una storia della linea del tempo (Einaudi Ed., pagine 324) due autorevoli studiosi, affrontando una impressionante mole di rappresentazioni iconografiche, ci riportano alla radice del nostro bisogno di cronologie.


Ma studiare “l’enorme e oscuro territorio del passato”, affonda le sue origini fin dall’antichità, come dai rotoli di papiro e di pergamena fino ai libri dei giorni nostri. Anthony Grafton, Megan Williams Come il cristianesimo ha trasformato il libro (Ed. Carocci, pagine 350) portano il lettore alla scoperta di un mondo lontano e affascinante, animato da bibliotecari e bibliofili, facendo così emergere l’inestimabile contributo che la cultura cristiana nel suo complesso ha apportato alla conservazione e alla diffusione del sapere che così modificava completamente il discorso cronologico.