22 Luglio 2022

Parkour, l’arte di spostarsi

Due approfondimenti su questa nuova disciplina che può essere anche filosofia di vita

Un uomo che corre e nessun ostacolo lo può fermare: l’immagine più adatta ad evocare, nel suo insieme, ciò che conosciamo come parkour, dal francese “percorso”. Secondo Wikipedia, esso “…consiste nell’eseguire un percorso, superando qualsiasi genere di ostacolo vi sia presente con la maggior efficienza di movimento possibile, adattando il proprio corpo all’ambiente circostante, naturale o urbano”.


Disciplina nata in Francia negli anni ’90, sviluppata dal concetto del “Metodo naturale” di George Hébert, un metodo di allenamento che si basa sulle cinque attività primarie che l’essere umano deve svolgere per sopravvivere in natura: corsa, arrampicata, salto, nuoto e lotta. Riconosciuto come “urban sport”, per la sua popolarità, è la cosiddetta “arte dello spostamento”, il muoversi da un punto all’altro nella maniera più rapida possibile, utilizzando solo il corpo umano. Una disciplina sportiva completa, ma è anche, come vedremo, una filosofia di vita, e in molti casi una vera e propria arte che in Italia si va diffondendo, trovando sempre più terreno fertile, anche se sono ancora poche le strutture adatte all’allenamento.


Il parkour nasce come attività di strada, ma la pratica e i rudimenti si possono imparare anche indoor, come spiega Antonio Calefato Il parkour in età evolutiva. Metodologia, didattica, valutazione (Editore Nonsolofitness, pagine 180)
Ma il parkour non è solo un’elegante disciplina non competitiva, ma una filosofia che stimola l’allenamento, l’immaginazione e lo spirito di condivisione attraverso una vita sana. Infatti, con un “linguaggio” appropriato, il traceur/traceuse (“tracciatore/trice”), “…. sfida se stessi, trovando i propri limiti con il dovuto allenamento e con l’aiuto degli altri, superarli, poiché la frase “non posso”, non esiste”.


E’ quanto sostiene Andrea Lanciano Parkour beyond your limits (Ps Edizioni, pagine 165, in italiano/inglese), sottolineando il valore formativo e educativo, infatti, l’essenza di questo sport (non estremo) è: libertà, gioco, movimento ed efficienza. Ecco, quindi, che la sociologia ha collocato l’attività del parkour all’interno di un ambito rispondente alle caratteristiche della “post modernità. E’ una pratica che esalta l’espressività personale, favorendo la determinazione individuale ed anche la personale valutazione dei rischi. Proprio per questo, il praticante deve passare attraverso una formazione importante, poiché la libertà deve andare di pari passo con la responsabilità e la consapevolezza, per garantire il massimo grado di sicurezza.