08 Novembre 2022

Non c’è ecologia senza fraternità

Caritas diocesana modenese ha organizzato due giorni di confronto con la comunità ecclesiale e la società civile. Giovedì 3 novembre l’incontro “Casa-scuola-comunità”, che ha coinvolto docenti, dirigenti scolastici, genitori e altri attori del quartiere Crocetta-Sacca di Modena. Il giorno dopo, l'Assemblea delle Caritas parrocchiali, sui temi della casa e del cibo come strumenti di fraternità. Tra gli interventi, quello del professor Luigino Bruni

«Come Chiesa potremmo fare di più riguardo ai temi della casa e del cibo» ha dichiarato Luigino Bruni in occasione dell’Assemblea delle Caritas parrocchiali che si è tenuta venerdì scorso, 4 novembre, presso i locali della Parrocchia San Giovanni Evangelista alla presenza di circa ottanta persone. Tra loro, volontari, operatori pastorali, sacerdoti e altri membri della comunità ecclesiale.

«Fra vent’anni buona parte dei monasteri, conventi, seminari rimarranno disabitati: un’opportunità per convertirli in luoghi di housing sociale, prima che le multinazionali se ne approprino rendendo privati i nostri beni comuni» ha aggiunto l’editorialista di “Avvenire”, sottolineando che «per quanto riguarda il cibo, non possiamo fermarci alla logica delle eccedenze della grande distribuzione, dove agli ultimi spetta ciò che cade dalla tavola, come nella parabola di Lazzaro e del ricco Epulone (Lc. 19-31), ma riconoscere dignità ai poveri, coinvolgendoli nei processi di produzione, altrimenti non possiamo parlare di fraternità, né di cura della casa comune».

Bisogna riconoscere dignità ai poveri, coinvolgendoli nei processi di produzione, altrimenti non possiamo parlare di fraternità, né di cura della casa comune

Le locandine dei due incontri

Un pensiero che converge con l’intervento del vicario generale Giuliano Gazzetti, il quale ha sottolineato la «necessità di interrogarci su quali radici costruiamo la nostra casa comune», citando i benedettini «che con le abbazie, le confraternite e i comuni sono stati all’origine dello sviluppo economico dell’Europa». Per il vicario, questo «questo stile si vede nelle nostre Caritas che, malgrado le difficoltà di vivere una fraternità piena nella nostra Chiesa, sono in prima linea nell’ascolto del prossimo e nella custodia delle relazioni». Un impegno che, secondo il direttore della Caritas diocesana Eros Benassi, «ci ricorda il mandato ricevuto da Adamo ed Eva di abitare e custodire il giardino, la casa comune»; e su cui «le nostre Caritas rifletteranno da domenica 13 novembre, in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, con la quale si apre un anno pieno di sfide» come dichiara la vicedirettrice di Caritas diocesana Maria Rita Fontana.

«Abitare e custodire la casa comune. Le nostre Caritas ci rifletteranno da domenica 13 novembre, in occasione della VI Giornata mondiale dei poveri, con la quale si apre un anno pieno di sfide»

Nella seconda parte dell’incontro, i partecipanti si sono divisi in due gruppi per confrontarsi sui temi della casa e del cibo a partire dall’esperienza di “Città abit-abile”, che ha l’obiettivo di «promuovere una responsabilità condivisa nella gestione delle soluzioni abitative – come sottolineato dall’operatrice Caritas Elena Bellei – in 35 appartamenti del Condominio Prato Verde di proprietà delle Fondazioni Opere Pie». Un percorso in continuità con il progetto “Educarci alla Comunità”, dove «l’aiuto alimentare si è trasformato in un mezzo di conoscenza e attivazione delle persone e famiglie destinatarie come soggetto attivo nella comunità» spiega l’operatore Caritas Paolo Rabboni.

Uno scorcio del quartiere Crocetta

Conoscenza e attivazione che richiedono un confronto assiduo fra istituzioni e cittadinanza, come quello che si è tenuto giovedì 3 novembre, alla vigilia dell’Assemblea delle Caritas parrocchiali, per trattare le risorse e criticità del sistema scolastico, con specifico riferimento al quartiere Crocetta-Sacca. L’incontro ha coinvolto una ventina di persone, tra cui educatori, docenti, rappresentanti di associazioni, genitori e dirigenti scolastici che si sono interrogati su cosa fare per rendere più coesa la propria comunità educante. Il loro dialogo fa riemergere l’aspirazione di «una scuola inclusiva, capace di abbattere le barriere culturali che allontanano famiglie e bambini dalla partecipazione alla vita della città»; «una scuola capace di educare alla cittadinanza e rimuovere, parafrasando l’art. 3 della Costituzione, gli ostacoli che impediscono il fiorire dei talenti e le capacità delle future generazioni».

Impegno, questo, che interpella la comunità tutta e che richiede in tutti la capacità di ascoltare e farsi ascoltare, soprattutto dall’altro difficile. Questo “martirio della pazienza”, come definito dal cardinale Agostino Casaroli, è l’unica strada possibile nel riscoprire, insieme, una fraternità che va oltre gli aspetti etnici, geografici e culturali che frammentano il nostro essere casa comune. Una fraternità spesso conflittuale, ma dalla quale non si può prescindere nel nostro cammino verso un’ecologia della vita quotidiana. | fine

Una fraternità spesso conflittuale, ma dalla quale non si può prescindere nel nostro cammino verso un’ecologia della vita quotidiana

Aggiornato il 08/11/22 alle ore 16:29