07 Marzo 2024

Le parole delle donne

A Rovigo c'è uno spazio tutto al femminile: "Vivere in Italia", scuola di lingua italiana, ma soprattutto laboratorio di incontro

Da quasi 15 anni le donne straniere che abitano nel capoluogo polesano frequentano con passione e impegno quella che più che una semplice scuola di lingua italiana è un vero e proprio laboratorio di incontro, uno spazio aperto nel quale trovarsi fra donne – alunne e insegnanti – per condividere esperienze, sogni, aspettative, paure e, ovviamente, anche nuove parole.

Chi scopre per la prima volta “Vivere in Italia” resta stupito del fatto che in questa scuola si rida tanto.

L’ironia è uno strumento potentissimo. Qui mette in connessione studentesse e maestre che pur provenendo da Paesi diversi, pur parlando lingue differenti e potendo spesso comunicare tra di loro solo attraverso poche parole in italiano riescono a incontrarsi nello spazio comune dell’essere tutte donne: madri, sorelle, zie, nonne, amiche, lavoratrici, viaggiatrici, …

La porta a “Vivere in Italia” è sempre aperta; ci piace lasciarci raccontare da chi arriva da fuori e si ferma con noi anche solo per qualche giorno. Così è stato per Lorenza e Hafsa, studentesse di un istituto superiore della città che hanno fatto un’esperienza di Alternanza scuola-lavoro con Caritas e hanno partecipato alle attività della scuola di italiano, lasciandoci il loro racconto:

«Per due giorni, grazie all’esperienza PCTO, abbiamo assistito a due classi diverse tenute dalla scuola femminile di italiano della Caritas. Il primo giorno siamo state insieme a una classe tenuta da un’insegnante che si occupava del corso base, per chi appunto stava imparando l’italiano da zero. Le donne che partecipavano a questo corso erano decisamente a loro agio e ti facevano sentire allo stesso modo: erano spiritose e davvero interessate a imparare. Nonostante sbagliassero a pronunciare le parole, ci ridevano su, riprovavano e si correggevano tra di loro. L’insegnante comunicava con loro anche in arabo e inglese.

Il secondo giorno abbiamo partecipato a una classe di italiano avanzato. Il tema affrontato nel corso di questa lezione (che, anche da quello che abbiamo visto, ci piace più definire “incontro”) è stato l’8 marzo, Festa della Donna. Le insegnanti hanno fatto ascoltare la canzone “Le donne di Modena”, di Francesco Baccini. È stato bello vedere come nessuna di loro avesse alcun timore di esprimere quello che la canzone le avesse trasmesso, tanto più che il brano non è stato apprezzato a causa del contenuto. Non condividevano quello che era stato detto dal cantante. Le insegnanti però hanno spiegato che questo pezzo utilizzava un certo tipo di ironia per mettere in luce i pregi, le qualità delle donne. È stato poi chiesto loro di parlare delle donne dei rispettivi Paesi, di cosa piace o non piace loro fare. Alla fine hanno creato delle poesie in rima. Abbiamo visto quanto lavoro ci fosse dietro alla creazione di questi testi».

A “Vivere in Italia” l’8 marzo è tutti i giorni. Viene celebrato da donne con altre donne. Ci si scambia il regalo più importante: non fiori, ma tempo, ascolto, attenzioni e soprattutto parole. Parole nuove, parole appena imparate, parole talvolta pronunciate male ma comunque preziose perché appena conquistate,

parole che sono autentici strumenti di libertà: permettono di pensare e raccontare cosa si sente, cosa si sogna, cosa si vuole.

Aggiornato il 02/04/24 alle ore 14:21